Bollette, il latte rischia di scomparire dagli scaffali: “Tra due mesi chiudiamo”

Il costo delle bollette manda in crisi le imprese e anche il settore del latte: un produttore locale spiega la situazione

Le cose vanno sempre peggio in ogni settore e la crisi energetica è arrivata a colpire anche quello del latte. Si tratta di un allarme che Guglielmo Fontanelli, un produttore locale, aveva già lanciato qualche mese fa a Today.it: “Tempo due mesi e chiudiamo. Non si può andare avanti così. D’altronde le bollette dell’elettricità sono passate da 300 a 3mila euro. Per guadagnare dovremmo vendere il latte 4 euro al litro”.

Il produttore ha passato diversi momenti di difficoltà ma asserisce che mai è stato come questa volta: “Ma poi il latte chi lo compra? E’ la peggior crisi di sempre: quella che potrebbe farci chiudere nell’arco di due mesi. La pandemia ci aveva messo in grande difficoltà, è vero, ma sapevamo che si poteva andare oltre e che era un ostacolo superabile con dei sacrifici”.

Bollette, Fontanelli spiega la situazione della sua impresa

Stavolta però non si vedono prospettive di miglioramento e oltre alla guerra non può non esserci anche molta speculazione. Non voglio lasciare a casa i miei dipendenti – proseguiva Fontanelli – ed è per loro che non ho ancora mollato. Stiamo calpestando una richiesta importante che è legata a quello che si sa da sempre dell’Italia: che qui si mangia bene”.

“La politica ci parla solo di credito di imposta, ma a parte il discorso dei contributi è vuoto assoluto. Noi al momento siamo sotto, siamo un settore a rischio estinzione e siamo in buona compagni perché possiamo anche tranquillamente includere fornai e pasticceri. Le stalle non sono energivore e i costi dell’elettricità al momento sono stati irrisori. La mia bolletta della stalla è passata da 3/400 euro a 2.300 euro, ed è salito il prezzo di mangime e foraggi”.

 

 

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