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Economia

Stipendi, perché prendiamo meno soldi di tutti gli altri

Published by
Gianluca Merla

Nonostante l’inflazione aumenti, così come i costi, gli stipendi restano gli stessi. Ecco perché prendiamo meno soldi di tutti gli altri

Ormai da mesi l’inflazione ha iniziato a colpire l’Italia e l’Europa intera. I primi effetti, ovviamente, sono stati quelli di un rincaro dei prezzi vertiginoso. All’aumento dei prezzi della benzina sono seguiti gli aumenti di energia e materie prime.

(Stipendi bassi/ Flickr)

Tuttavia, all’aumento vertiginoso del costo della vita non è affatto seguito un aumento del potere d’acquisto, anzi. L’inflazione è cresciuta con costanza, ma gli stipendi restano gli stessi. Una tendenza tipicamente italiana. Ecco, infatti, perché prendiamo meno soldi di tutti gli altri.

Ecco perché in Italia gli stipendi sono i più bassi

Secondo una ricerca condotta dall’Ocse, l’Italia si trova all’ultimo posto in Europa per quanto riguarda l’aumento degli stipendi tra il 1990 e il 2020. Le retribuzioni sono addirittura diminuite del 2,9%, l’unico dato negativo tra tutti i Paesi dell’Unione.

Tuttavia, nell’ultimo periodo c’è stato un rilevante miglioramento. I dati aggiornati al 2021, infatti, ripotano che l’Italia è stato l’unico Paese, insieme alla Finlandia, ad aver recuperato grazie al maggior incremento registrato. Il nostro consultivo, infatti, è tornato in positivo grazie ad un incremento di oltre il 7%.

Si tratta di una crescita non strettamente correlata all’andamento delle retribuzioni, ma ha a che fare con la componente salari che impatta sul prodotto interno lordo. Le cifre mostrate nel report sono infatti ottenute grazie al rapporto tra le retribuzioni in contabilità nazionale e il totale dei lavoratori. Inoltre, viene preso in considerazione la quantità di ore lavorative.

(Stipendi bassi/ Pexels)

Queste informazioni rispecchiano una situazione italiana lavorativa piuttosto frammentata e complessa. La nostra Economia, infatti, è riuscita a creare posizioni lavorative di livello medio, in maggior numero nei settori di bassa produttività. Questo vuol dire che nel nostro Paese c’è stato un crescente aumento dei cosiddetti “lavoratori poveri”, i quali hanno una fonte di reddito costante, ma con un basso compenso.

Dal 2021, con la ripresa a seguito della pandemia, il pil italiano ha subito un forte rimbalzo verso l’alto, facendo registrare un +7% tra le retribuzioni, secondi solo alla Finlandia (7,2%). La Spagna, invece, ha fatto registrare un +4,1%, la Francia un +6,1% e la Germania solo un +1,2%.

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