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Economia

I soldi sono troppo pochi, arriva il bonus di emergenza

Published by
Bruno Galvan

L’inflazione cresce sempre di più ogni mese ma gli stipendi dei lavoratori italiani sono fermi. Il Governo ha previsto dei bonus.

I prezzi dei beni sono schizzati alle stelle ma gli stipendi dei lavoratori italiani sono fermi da decenni. La crisi energetica ha portato alla luce un problema economico che l’Italia si trascina dietro da tanto tempo. Le famiglie sono in ginocchio. Anche quelle che hanno due redditi da lavoro dipendente non arrivano in maniera adeguata alla fine del mese rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il caro bollette è stata la mazzata finale. Le bollette di luce e gas sono raddoppiate come prezzo. In questo modo gran parte dello stipendio va al pagamento delle utenze domestiche.

Aumenta inflazione ma stipendi fermi: le mosse del Governo

Come se non bastasse, causa aumento dell’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto, un nucleo familiare ha comunque altre spese da coprire come quella alimentare il pagamento della rata del mutuo (anche questa è aumentata per i tassi variabili) o del canone di locazione mensile. Molti hanno modificato o addirittura ridotto drasticamente i consumi per rientrare nel budget senza intaccare il risparmio depositato sul conto corrente. Il Governo in questi mesi ha erogato alcuni bonus per aiutare le famiglie a contrastare il caro vita. Vediamo nel dettaglio quali sono.

Caro vita, i bonus del Governo

Il primo bonus che il Governo ha dato è senza dubbio quello di 200 euro nei mesi estivi. L’indennità prevedeva l’erogazione dell’importo nella busta paga di lavoratori dipendenti pubblici, privati, disoccupati, pensionati e precettori del Reddito di Cittadinanza. Il requisito da rispettare era quello di avere un reddito inferiore ai 35.000 euro.

Il secondo bonus varato per dare un sostegno alle famiglie è quello di 600 euro. A differenza di quello precedente, questo viene erogato direttamente dal datore di lavoro al proprio dipendente. E’ anche questo un bonus una tantum. La particolarità è che sulla somma corrisposta dal datore, quest’ultimo non dovrà pagare alcun tipo di tassa. Si differenzia dal bonus di 200 euro perchè tale surplus sullo stipendio mensile è una facoltà e non un obbligo per coloro che hanno lavoratori dipendenti.

L’ultimo bonus è quello di 150 euro. La funzione è uguale a quello di 200 euro soltanto che la platea di beneficiare è più ridotta. Il requisito è non avere un reddito superiore ai 20.000 euro annui ed una busta paga a novembre non superiore ai 1.538 euro. Tale agevolazione può essere chiesta dai lavoratori dipendenti  privati (devono fare domanda al datore), pubblici, pensionati, disoccupati, precettori reddito di cittadinanza, lavoratori domestici, e autonomi.

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