Soldi per chi assume, la scommessa del Governo

Il nuovo governo Meloni sta varando una riforma importante per l’occupazione in Italia

La questione legata all’occupazione è una delle priorità dell’agenda della nuova premier Giorgia Meloni. L’Italia è ormai in recessione, l’inflazione viaggia sul 12% ed il numero dei posti di lavoro è in netta diminuzione. Le imprese producono di meno per i vari rincari e tagliano dunque personale.

Soldi per chi assume, la scommessa del Governo

Dall’altra parte i consumi diminuiscono perché il reddito è in netta diminuzione Ragion per cui il paniere di beni acquistabile diventa sempre più ristretto. In campagna elettorale, la Meloni ha promesso delle riforme strutturali per porre rimedio alla crisi occupazionale abolendo definitivamente il ricorso ai vari bonus del precedente governo Draghi.

Piano lavoro del governo Meloni

Piano lavoro di Giorgia Meloni

Il primo obiettivo del nuovo esecutivo è il taglio di almeno cinque punti percentuali del cuneo fiscale. In questo modo, spiega Giorgia Meloni, le imprese hanno meno tasse da pagare mentre i dipendenti in busta paga hanno un importo netto maggiore perchè detassato. Confindustria chiede una riduzione strutturale del cuneo fiscale contributivo per 16 miliardi: due terzi a vantaggio dei lavoratori e un terzo imprese. Questo porterebbe nel dettaglio una una mensilità in più in busta paga per redditi fino a 35mila euro.

Il nuovo Governo per incentivare le aziende ad assumere personale sta varando un piano importante basato sulla decontribuzione sulle nuove assunzioni. Un primo correttivo dovrebbe essere una super deduzione pari al 120% mentre per chi assume lavoratori di categorie protette lo sgravio sale al 150%. Il concetto è quello del più assumi meno paghi.

Soldi per chi assume, la scommessa del Governo

Un altro intervento è previsto sui fringe benefit. La Meloni prevede infatti di allargare la sfera di beni che possano aumentare il benessere del lavoratore. Il Decreto Legge n. 115 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 9 agosto 2022 – meglio conosciuto come Decreto Aiuti-bis – ha elevato la soglia di non imponibilità a 600 euro dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti per l’anno in corso. Si è quindi passati da 258,23 euro a una somma che è più di un raddoppio. I benefit aziendali sono un vantaggio per il lavoratore che li percepisce ma anche per l’azienda che li eroga. Tali benefit non concorrono a fare reddito al lavoratore dipendente. Ecco una lista di beni che rientrano in questa sfera:

  • auto aziendale;
  • dispositivi tecnologici come computer e smartphone aziendale;
  • assistenza sanitaria;
  • polizze assicurative;
  • corsi di formazione;
  • alloggi messi a disposizione del dipendente e della famiglia.
  • previdenza complementare aziendale e/o privato;
  • finanziamenti agevolati;
  • rimborso degli interessi passivi relativi a mutui e finanziamenti;
  • buoni pasto;
  • buoni acquisto che i dipendenti possono utilizzare presso esercizi convenzionati.
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