Il Governo Meloni metterà mano al Fisco partendo dalla modifica di tutte le aliquote Irpef attualmente in vigore.
Uno dei temi principali della campagna elettorale di Giorgia Meloni è stato quello della riforma fiscale. Tra questi si è discusso molto della possibilità di istituire una flat tax al 15% per tutti i redditi. Tale proposta, per il momento, è rimasta nella categoria promesse elettorali e nulla più. Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo sulle riforme fiscali qualche giorno fa a chiarito che se ne riparlerà a febbraio 2023: “Non vogliamo ricorrere a scostamenti di bilancio: dobbiamo verificare i costi di tutte le misure con la Ragioneria generale”. Quella della riduzione delle tasse rappresenta dunque un vero e proprio cavallo di battaglia del Governo che vuole provare a dare uno slancio all’economia di un Paese che sfiora ormai la recessione.
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Riforma fiscale Governo Meloni
L’idea del Governo è quella di avere un Fisco più equo e soprattutto più leggero in termini di imposte. Questo permetterebbe a tutti di pagare quanto dovuto allo Stato recuperando risorse importanti da investire in servizi per i cittadini. La riforma complessiva coinvolgerebbe poi anche tutti i contenziosi tributari che nel corso degli anni sono diventati molto onerosi per i contribuenti che vedono aumentare le proprie cartelle esattoriali. L’intenzione sarebbe quella di lavorarci a partire da inizio 2023. Per realizzarla il Governo presenterà un disegno di legge delega entro febbraio. La semplificazione del Fisco riguarderà chiaramente anche l’Irpef. L’obiettivo delle forze di maggioranza è passare dalle tre aliquote in vigore a quattro. In questo modo, sostiene il Governo, il prelievo fiscale nei confronti del ceto medio sarebbe meno gravoso. A ciò si aggiunge la flat tax incrementale per tutti, cioè il prelievo agevolato del 15% sui redditi in più dichiarati rispetto al massimo denunciato nel triennio precedente. Introdotto dal 2023 per le partite Iva, dovrebbe essere esteso anche ai lavoratori dipendenti.
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Come ha ribadito il viceministro Leo in una intervista al Corriere della Sera per mettere in pratica questo disegno di legge serviranno le adeguate coperture finanziarie. E quindi la riforma dovrà contenere tutte le coperture rispetto a eventuali cali del gettito. Secondo Leo, “abbassando il peso fiscale e semplificando il sistema emergeranno molti redditi che oggi non vengono dichiarati. Anche se si pagherà meno, è possibile che il gettito cresca”.
Riforma tax expenditures 2023
Un taglio poi dovrebbe avvenire sulle cosiddette tax expenditures. In Italia sono centinaia e decine di milioni i contribuenti interessati. Su questo tema anche i Governi precedenti hanno sempre dichiarato di fare un vero e proprio riordino ma alla fine non è mai accaduto nulla. Anzi, quasi sempre c’è stato un ver e proprio scontro politico.
Maurizio Leo, nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Finanze di Camera e Senato sulle linee programmatiche del governo ha dichiarato sul tema: “Dobbiamo rivedere la giungla delle tax expenditures. Ci sono 70 pagine di istruzioni su tax expenditures e crediti d’imposta. E’ un sistema assolutamente drogato. Se io lavoro direttamente sull’aliquota e faccio un po’ di potatura di queste cose penso che facciamo un’opera meritoria. Ecco perche’ i tempi sono maturi: se io riduco le aliquote al tempo stesso rivedo questa giungla di tax expenditures”