Bonus matrimonio, sì ai ristori per le imprese: ma per le coppie cambia qualcosa

Bocciato l’emendamento al bonus matrimonio che prevedeva uno sconto del 25% sulle spese direttamente alle coppie.

Nessuno sconto fiscale del 25% sulle spese per la cerimonia nuziale. Lo “sconto” sarebbe dovuto essere destinato alle coppie per coprire le spese ma l’emendamento non è passato. Infatti, il Bonus sposi si divideva originariamente in due tranche di aiuti. Una destinato alle imprese e un’altra destinato alle coppie in procinto di sposarsi. Invece, le cose cambiano dal momento che in commissione Bilancio, a Montecitorio, non è passata la detrazione per gli sposi contenuta in un emendamento al Sostegni bis. Via libera, invece, al contributo a fondo perduto ai settori del wedding, dell’intrattenimento e dell’horeca. Per questi ultimi, il decreto Sostegni bis ha stanziato 60 milioni di euro.

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“Per mitigare la crisi economica derivante dall’emergenza epidemiologica da Covid-19, alle imprese dei settori del wedding, dell’intrattenimento, dell’organizzazione di feste e cerimonie e del settore dell’hotellerie-restaurant-catering (horeca), sono erogati contributi a fondo perduto 60 milioni di euro per l’anno 2021, che costituisce limite massimo di spesa”, si legge nell’emendamento approvato. Dieci milioni di euro, per il 2021, sono destinati alle imprese del settore dell’Horeca. Un importo pari a 10 milioni di euro è riservato alle imprese operanti nel settore, diverso dal wedding, dell’intrattenimento e dell’organizzazione di feste e cerimonie.

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Sarà un decreto del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro dell’Economia, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del decreto Sostegni bis, a fissare criteri e modalità per fruire dell’agevolazione. Il bonus sposi prevedeva una detrazione del 25% sulle spese per la cerimonia nuziale, fino a un massimo di 25mila euro, con un tetto massimo di sconto fiscale di 6.250 euro. La misura doveva valere per tre anni, dal 2021 al 2023 per le spese documentate, sostenute in Italia, legati alla celebrazione di un matrimonio. Il finanziamento previsto era di 40 milioni di euro.

Cosa prevedeva

Rientravano nell’emendamento le spese per il servizio di ristorazione o di catering, per l’affitto dei locali, per il servizio di wedding planner, gli addobbi floreali, gli abiti degli sposi, il servizio di trucco e acconciatura e quello fotografico. L’emendamento non ha purtroppo superato la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Con un finanziamento previsto di 40 milioni di euro, il Bonus Matrimoni non ha avuto i voti necessari per passare al Parlamento e non verrà incluso nel passaggo a legge del Decreto Sostegni Bis.

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