Green Pass: salva l’estate o l’economia? Tutte le incognite da sciogliere

Il Green Pass ha suscitato non poche proteste in Francia, mentre in Italia si fa strada l’ipotesi di rendere il certificato obbligatorio.

Dalla Francia all’Italia è un attimo. Il Green Pass sta creando non pochi scompigli in Francia. Circa 18mila persone si sono radunate a Parigi per protestare contro le ultime restrizioni stabilite dal governo francese per arginare i contagi da coronavirus mentre in tutta la Francia sono scesi in strada circa 114mila cittadini. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha infatti istituito l’obbligo del certificato verde anche per accedere ai ristoranti e ai bar e la decisione ha trovato l’opposizione dei cittadini. Previste ulteriori restrizioni anche per i turisti che arrivano dall’estero per arginare la diffusione del virus. Le misure annunciate da Macron prevedono da inizio agosto l’obbligo di pass sanitario nei trasporti (aerei, pullman e treni), per entrare nei ristoranti, nei bar e l’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario.

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“Abbiamo fatto un appello a manifestare per dire no al pass sanitario”, ha riferito all’Adnkronos Maxime Nicolle, volto storico dei Gilet Gialli “E’ un movimento di cittadini stufi di essere trattati come bambini e stanchi delle troppe restrizioni alle loro libertà. Questo movimento riunisce tutte le classi popolari della società. La rabbia nel paese è sempre più profonda e sempre più forte. I gilet gialli hanno rappresentato un inizio di qualcosa che sta crescendo e che si sta espandendo. Anche delle categorie professionali che non partecipavano alle manifestazioni dei gilet gialli ora si mobilitano perché ne hanno abbastanza di essere presi per dei deficienti”, sottolinea Nicolle. La contrarietà del movimento non è al vaccino, quanto alla paura collettiva e alle restrizioni che limitano la libertà personale.

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“Tra le cose che infastidiscono di più nelle misure annunciate da Macron è quel voler rendere obbligatorio i vaccini senza renderli obbligatori, a parte chiaramente per il personale sanitario che sarà obbligato a vaccinarsi. Una categoria che è già allo stremo delle forze dopo mesi e mesi di lavoro estenuante e che deve far fronte a condizioni di lavoro difficile mentre negli ultimi anni sono stati tagliati dai governi oltre 70 mila posti letto negli ospedali”, sottolinea Nicolle. Anche il personale sanitario sembra essere pronto a ribellarsi e a dimettersi.

E in Italia? 

Cosa accadrà, dunque, in Italia? Nel nostro Paese si discute da giorni sulla possibilità di un inasprimento del Green pass e si pensa di renderlo obbligatorio per entrare nei bar, nei ristoranti e per l’utilizzo dei trasporti pubblici. Il certificato potrebbe certamente salvare l’estate, ma potrebbe rivelarsi un danno per l’economia. L’aumentare dei casi di coronavirus e la variante Delta, tuttavia, mettono in allarme la stabilità che sembrava essere stata raggiunta. Per questo, il green pass per discoteche e ristoranti al chiuso potrebbe essere la soluzione ideale per frenare l’avanzata dei contagi. Il 20 luglio, durante la cabina di regia, saranno discussi gli ultimi dettagli e il provvedimento potrebbe entrare in vigore lunedì 26 luglio. Spinge per un rafforzamento del Green Pass anche il Comitato tecnico scientifico.

“I dati indicano una ripresa netta della circolazione virale nel Paese. Anche nelle ultime 24 ore abbiamo avuto un incremento di circa 300 casi. Come ha documentato la cabina di regia, l’età mediana dei contagiati è 28 anni, dato che dimostra come i contagi siano legati in buona parte alla popolazione giovane in ragione della maggior socializzazione del periodo estivo, un po’ come è successo l’anno scorso”, ha sottolineato Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico e presidente dell’Istituto superiore di sanità in un’intervista a Repubblica.

L’obiettivo del governo è mantenere tutta l’Italia in zona bianca almeno fino al 15 agosto , evitando così delle misure restrittive più dure nel bel mezzo dell’estate. Nel nuovo decreto del governo saranno inseriti i nuovi parametri che che stabiliranno le fasce di rischio anche sulla base dell’occupazione dei reparti ospedalieri e delle terapie intensive.

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