Rivoluzione fiscale: ecco cosa accadrà a IRAP, IVA e IRPEF

Il governo Draghi sta approntando una clamorosa riforma fiscale per la semplificazione che vedrà rivoluzionate IRAP, IVA e IRPEF.

Rivoluzione fiscale su IRAP, IVA e IRPEF (foto Adobestock)
Rivoluzione fiscale su IRAP, IVA e IRPEF (foto Adobestock)

L’Europa ha approvato il piano italiano denominato PNRR, collegato al Recovery Plan sui fondi per la ripartenza post pandemia. Si tratta di oltre 240 miliardi di euro che dovranno essere investiti su determinati settori strategici, dall’incremento del digitale, alle infrastrutture, ma soprattutto verso la semplificazione burocratica.

Una delle perplessità dell’UE è proprio collegata alla giungla normativa e fiscale. Il nostro paese è affogato da troppi cavilli e anche il numero di tasse è eccessivo e considerato come collo di bottiglia per la nostra economia. Per questo il Governo Draghi sta approntando una rivoluzionaria riforma fiscale che vedrà cambiare alcune voci del fisco, come IRAP, IVA e IRPEF.

Rivoluzione in vista per IRAP, IVA e IRPEF: cosa accadrà

Rivoluzione fiscale su IRAP, IVA e IRPEF (foto Adobestock)
Rivoluzione fiscale su IRAP, IVA e IRPEF (foto Adobestock)

L’obiettivo è alleggerire e semplificare il sistema di tassazione che grava sia sulle imprese che sul singolo contribuente e lavoratore. Solo con questo cambiamento riceveremo più facilmente e velocemente i fondi dedicati a EU Next Generation, così da dare slancio al PNRR. Per attuare questa riforma fiscale sono stati calcolati come necessari 13 miliardi, ma per ora la disponibilità in cassa è di soli 2 miliardi, dei 10 messi a disposizione dalla Legge di Bilancio 2020.

Una parte infatti è stata utilizzata per l’assegno unico ai figli, e per impedire l’incremento dell’IVA. Fondamentale è eliminare l’IRAP, che ha un costo enorme sulle piccole e medie imprese italiane. Il costo per il fisco è stimato in 3miliardi di euro, ma potrebbe schizzare a 11 miliardi nel momento in cui questa tassa sarà cancellata anche per le SPA e SRL, ma il superamento dell’imposta reginale sulle attività produttive è giudicato imprescindibile.

Questa tassa è nata nel 1997 e esclude solo i lavoratori autonomi, prevede aliquote diversificate a seconda della produzione netta, con aliquote che variano dal 3,90% all’8,50%.

Altro capitolo riguarda l’IVA. In questo caso più che di una riduzione si parla di una semplificazione, diminuendo le aliquote attualmente in vigore, anche per quanto riguarda i beni primari.

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La vera battaglia sarà però dedicata all’IRPEF. I nodi riguardano il taglio delle tasse sul lavoro. Si sta valutando una no tax area portata a 10mila euro, con esonero della dichiarazione dei redditi. L’alternativa è una no tax area con sistema di franchigia fino al terzo scaglione IRPEF, tra i 28mila e i 55 mila euro, ma il costo per lo stato salirebbe a 5 miliardi di euro. Si parla anche di aliquote e, su questa fascia, si sta valutando se tagliare la tassazione dal 38% al 27%.

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Infine il Governo ha escluso l’utlizzo di qualsiasi forma di tassa patrimoniale sui capitali investiti.

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