Prelievo forzoso sui conti correnti, perchè si torna a parlarne

Con l’avvicinamento delle elezioni del presidente della repubblica comincia a febbricitare la situazione tra i partiti. Tra i nomi papabili spunta quello di un uomo che è sinonimo di prelievo forzoso.

Tra 3 mesi verrà votato il presidente della repubblica italiana. Con la quasi certa conferma che Mattarella non vorrà rimanere in carica come capo dello stato, tra i partiti cominciano le discussioni per scegliere l’uomo migliore a cui conferire tale carica. Tra i molti nomi che spuntano dalle varie indiscrezioni di confronti tra parti e persone interne ai partiti stessi, appare quello di Mario Draghi, che potrebbe essere trasferirsi al Quirinale, ma anche quello di Giuliano Amato. L’uomo che mise le mani all’interno dei conti correnti degli italiani.

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Giuliano Amato, attualmente giudice costituzionale, è stato delfino di Bettino Craxi e per 2 volte presidente del consiglio. La sua personalità farebbe parte di una cerchia ristrettissima di persone che potrebbe accogliere le simpatie di una maggioranza trasversale delle forze politiche in quanto figura di compromesso. A destra viene ben visto per le sue posizioni moderate e i suoi trascorsi nel socialismo di Craxi, mentre a sinistra ci si ricorda del suo allontanarsi dal craxismo dopo la caduta della prima repubblica. Di fatto, oggi la posizione di Amato è vicina a quella del PD. L’aspetto che più è riconducibile a Giuliano Amato nell’opinione comune è però l’utilizzo del prelievo forzoso su conti correnti, libretti postali, certificati di deposito e buoni fruttieri degli italiani, nella notte del 10 luglio 1992.

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Nel ’92 l’Italia sprofondava in una drammatica crisi finanziaria. Il governo di allora, presieduto proprio da Giuliano Amato, temeva degli attacchi speculatori alla Lira, mentre il deficit fiscale era salito all’11% del PIL, proprio mentre si stava facendo di tutto per far entrare l’Italia nell’euro con il trattato di Maashtrict, che però prevedeva un deficit al 3% entro il 1997. Amato e il suo governo decisero quindi di mettere figurativamente le mani in tasca agli italiani, procedendo con un prelievo forzoso e immediato retroattivo del 0,6% sui risparmi dei cittadini. Nessun titolare di conto corrente potè fare nulla per sottrarvisi. Questa storia getta un’ombra molto inquetante sull’idea di Giuliano Amato presidente della repubblica. Vero che l’Italia non è più nelle condizioni critiche in cui versava nel ’92, ma il sospetto non muore mai del tutto.

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