Fisco, se spendi perdi più di 20 mila euro l’anno perdi le agevolazioni

Per il 2022, le regole per il regime forfettario prevedono che si sia esclusi anche se si supera un certo limite di spesa

Quando si decide di aprire una partita IVA, bisogna considerare diversi fattori, a partire dalla convenienza fino ai costi da sostenere che possono spaventare. Chiunque decida di aprire un’attività in proprio – ma anche freelance che iniziano l’attività e piccoli imprenditori – deve mettere in conto la necessità di doverlo fare. Infatti, qualora si superino i limiti della prestazione occasionale, non resta altro che ricorrere alla P.Iva. Prima di aprirla, però, ci sono diversi fattori da considerare. Le condizioni di partenza sono due: da un lato, continuità e l’abitualità dell’esercizio dell’attività; dall’altro, la professionalità e l’esercizio in forma organizzata dell’attività. Un lavoratore autonomo o un professionista potrebbero guadagnare molto di più o anche molto di meno aprendo partita iva, dal momento che i fattori e le variabili in gioco sono moltissimi.

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Dal momento che una partita IVA in regime ordinario prevede dei costi anche molto alti, alcune nuove attività vengono aperte con partita IVA in regime forfettario che prevede un’aliquota al 5%, fino a cinque anni dall’inizio della nuova attività; trattandosi di un regime fiscale molto vantaggioso, chi decide di mettersi in proprio, di solito, cerca di usufruire di questo regime. In regime forfettario, infatti, la percentuale che andrà allo Stato italiano, in forma di imposte, è pari ad un massimo del 15%. Nella maggior parte dei casi, l’aliquota è ancora più bassa, raggiungendo addirittura il 5%. Per usufruire di questo regime, il futuro possessore di partita IVA non deve aver esercitato, nei tre anni precedenti all’apertura della partita IVA, alcuna attività che rientri in attività artistica, attività professionale attività d’impresa. Il regime forfettario, in ogni caso, è riservato alle piccole imprese, ossia quelle il cui volume di affari annuo non superi i 65mila euro.

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Oltre a non dover conseguire un monte ricavi compensi superiore a 65.000 euro, il contribuente in regime forfettario deve rispettare anche specifici limiti di spesa. Per il 2022, potranno permanere o accedere al regime forfettario nel 2022, coloro che hanno conseguito ricavi ovvero hanno percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a euro 65.000; hanno sostenuto spese per un ammontare complessivamente non superiore ad euro 20.000 lordi per lavoro di terzi. Non possono accedere al regime forfetario, coloro che nell’anno precedente a quello per il quale vogliono accedere al regime in parola, hanno sostenuto spese complessivamente superiori a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio , lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l’esecuzione di specifici progetti, a norma dell’articolo 61 del D.lgs. n. 276 del 2003. Dunque, ad oggi, non accedono, per limiti, al regime forfettario, coloro che hanno sostenuto/sostengono spese per il personale e per lavoro accessorio superiori a 20mila euro.

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