Reddito di Cittadinanza, perché nel 2022 sarà quasi impossibile rifiutare un lavoro

Modifiche sul reddito di cittadinanza. Cambia, tra le altre cose, anche il meccanismo dell’accettazione del lavoro. 

Sarà molto più difficile dire no ad un’offerta di lavoro arrivata dopo il Reddito di cittadinanza.  Il giro di Boa sulla misura chiave del M5s è diventato effettivo con il disegno di legge di Bilancio approvato due giorni fa dal consiglio dei ministri che ha introdotto una serie di regole rigide per disciplinare il Reddito di cittadinanza. Saranno aumentati i controlli, effettuati in automatico dal prossimo anno per ogni domanda di sussidio e non a campione, per cercare di evitare il propagarsi di truffe. Stando ai dati, tra il 2019 e il 2021 quasi 48 milioni di euro sono finiti nelle tasche di persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza illecitamente, con oltre 41 milioni quest’anno. Sono quasi 11mila le persone controllate nel 2019, oltre 18mila l’anno scorso, più di 156mila quest’anno. Nel 2021, i sussidi percepiti senza diritto pari a 41.3 milioni. Delle quasi 40mila famiglie con il reddito di cittadinanza controllate in alcune regioni da maggio a ottobre, il 12,6% è risultato irregolare. Insomma, troppe irregolarità e la manovra va proprio nella direzione di una modifica che possa reggerne l’urto.

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Una verifica ex ante che vuole evitare le centinaia di truffe a cui abbiamo assistito in questi anni di erogazione. Ma c’è di più, perché rifiutare il lavoro sarà molto più difficile. Un nuovo meccanismo che potrebbe essere introdotto è quello che vuole una decurtazione del versamento mensile ogni volta che si rifiuta una proposta di lavoro, così da abbassare il costo della misura per lo stato, che prevede un risparmio di 700 milioni di euro rispetto agli 1,5 previsti per il 2022.

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Cambia il meccanismo sui trasferimenti del Reddito di cittadinanza prevede che in caso di rifiuto al lavoro più volte si perde il diritto a ricevere l’accredito. Attualmente le offerte non devono superare i 100 chilometri di distanza dalla residenza la prima volta, i 250 chilometri la seconda e l’intero territorio nazionale la terza. Dal prossimo anno, come riferisce Il Giornale, “la prima offerta di lavoro non può essere collocata a una distanza maggiore degli 80 chilometri dalla propria abitazione, ma già dalla seconda volta si deve accettare l’occupazione in qualsiasi luogo in Italia”. L’assegno, se l’impianto della manovra sarà confermato definitivamente, calerà di 5 euro al mese a partire dal sesto mese, come avviene per Naspi e Discoll. Nel caso del Reddito però il taglio è più leggero: l’1% del beneficio economico massimo per un single, pari a 500 euro mensili. In base a questo schema l’importo sarà quindi ridotto mensilmente di 5 euro, a partire dal sesto mese oppure dal primo no all’offerta di lavoro. La riduzione si applica alle famiglie in cui tutti i componenti sono inoccupabili o fino a quando c’è un componente sotto i tre anni, con disabilità grave o non autosufficiente. L’assegno non scenderà mai sotto i 300 euro al mese.

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