Covid, il Governo si prepara: in arrivo il Bonus per il Pronto Soccorso

In arrivo un aumento in busta paga per operatori sanitari che si sono prestati all’emergenza sanitaria. Si tratta del bonus covid

In arrivo un nuovo bonus destinato ai medici che operano in pronto soccorso. Si tratta del bonus covid, un incentivo che mirato da un lato a premiare i medici che affrontano l’emergenza sanitaria in atto e dall’altro ad incentivare tali medici ad operare nelle unità emergenziali delle strutture sanitarie senza chiedere il trasferimento nei reparti ordinari. Le risorse stanziate sarebbero pari a 90 milioni di euro da suddividere tra medici e infermieri, destinando 30 milioni ai primi e 60 milioni ai secondi. I soldi verrebbero prelevati dal Fondo Sanitario Nazionale e l’indennità, calcolata sulle ore di lavoro effettivamente svolte, verrebbe corrisposta direttamente in busta paga.

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Del resto, gli infermieri e gli operatori sanitari hanno svolto un ruolo fondamentale nella gestione dell’emergenza epidemiologica. Resta, però, il peso degli operatori non vaccinati nonostante l’avanzamento del numero di vaccinati.

Infermieri non vaccinati 

Secondo l’Adnkronos, sono circa 3.800 gli infermieri sospesi perché ancora non in regola con la vaccinazione anti-Covid. A dirlo la Fnopi, la Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, che sottolinea come “solo il 75% delle aziende sanitarie ha comunicato i dati” e che “i 3.800 infermieri sospesi sono lo 0,85% degli iscritti”. “Non tutte le aziende sanitarie stanno lavorando alla stessa velocità, c’è chi ha fatto scelte radicali e sta andando a velocità spedita e altre che invece antepongono i problemi di organico che nascono con la sospensione degli infermieri”, ha detto Luigi Pais, componente del Comitato centrale della Fnopi. Inoltre, ci “sono anche situazioni all’interno di aziende sanitarie che si lasciano perplessi, ovvero operatori che continuano a lavorare pur sospesi perché non vaccinati a causa dei ritardi delle asl nel verificare i documenti. Questo genera insofferenza in chi invece si è impegnato e ha creduto nelle immunizzazioni”, conclude Pais.

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