Auchan e Carrefour, perché rischi di dover rinunciare a questi supermercati

Auchan e Carrefour, i due marchi di grande distribuzione francesi molto noti e diffusi anche in Italia con i loro supermercati, potrebbero andare incontro a una serie di cambiamenti che fino a due anni fa sarebbero stati inimmaginabili.

Auchan e Carrefour, perché rischi di dover rinunciare a questi supermercati

Da quando sono sbarcati sulla Penisola, infatti, i marchi francesi hanno registrato una costante crescita e un aumento capillare della presenza sul territorio italiano. Chi vive nelle grandi città come Roma e Milano, probabilmente avrà almeno un supermercato Carrefour o Auchan nel proprio quartiere. Adesso, invece, la situazione cambierà. Infatti, Auchan ha deciso di ritirarsi completamente, mentre Carrefour ha intenzione di accorciare notevolmente le proprie linee.

Leggi anche: 150 mila assunzioni a Natale e 1.680 euro lordi al mese. L’opportunità che può essere una svolta

Il ridimensionamento di Carrefour

Il gruppo francese Carrefour ha presentato un piano industriale per il 2022 di forte ridimensionamento. Ha, infatti, avviato una procedura di licenziamento collettivo per 769 lavoratori e lavoratrici: 261 dipendenti in 27 Ipermercati, 313 in 67 market, 168 in 10 cash&carry e 168 posti di lavoro presso le sedi amministrative di Milano, Nichelino, Roma, Airola, Gruliasco, Napoli, Rivalta e Moncalieri. Previste inoltre 106 chiusure, 82 di Carrefour Express e 24 di Carrefour Market. 

Le ricadute sulle comunità locali e sulla filiera, oltre naturalmente sull’occupazione, sono evidenti. Eppure, proprio nella capillare ed eccessiva diffusione territoriale è da cercare la causa che ha spinto Carrefour a un inevitabile ridimensionamento.

Leggi anche: Super cashback, c’è il rimborso di 1.500 euro. Come puoi controllare se è arrivato

La ritirata dai supermercati di Auchan

Auchan e Carrefour, perché rischi di dover rinunciare a questi supermercati

Lo stesso problema che nel 2019 ha rilevato Auchan. Decidendo addirittura di ritirarsi dal mercato italiano, cedendo i propri asset a Conad. Con notevole taglio dei punti vendita dei marchi controllati, come ad esempio i supermercati Simply.

Nel corso di un anno e mezzo attraversato dalla pandemia c’è stato un gigantesco processo di ristrutturazione per dare una nuova forma alla struttura di rete costituita da 17 mila addetti in 269 negozi, più varie sedi regionali, di cui il 55 per cento è entrata in Conad. Il 40 per cento è stato diviso tra varie sigle, insegne, dettaglianti. Il resto, rischia di restare fuori da qualsiasi ristrutturazione, e questo significa lavoratori senza alcuna certezza sul futuro, locali sfitti, negozi ridimensionati, ipermercati vuoti.

Impostazioni privacy