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Edilizia e spiagge offrono lavoro, ma ci sono italiani che non si preoccupano della pensione

Published by
Tiziano Rugi

Il lavoro in Italia c’è, ad esempio nel settore dell’edilizia o delle spiagge, in particolare per quanto riguarda i bagnini. 

A molti italiani sembra non interessare di avere una situazione lavorativa stabile che permetta di avere una buona pensione nel momento in cui si uscirà dal mercato del lavoro. E questo rende anche meno efficaci tutte le misure previste dal governo per rilanciare l’economia, primo tra tutti il Pnrr.

Molti degli interventi sono stati rivolti soprattutto al settore dell’edilizia, come ad esempio il Superbonus o alla ripresa del turismo, un altro cardine dell’economia italiana. Ma c’è un problema. Spesso non si trovano i lavoratori e dunque si inceppa il meccanismo della ripresa economica.

Leggi anche: Offro lavoro ma non trovo personale. Nessuno vuole fare più sacrifici, dice lo chef Alessandro Borghese

Cosa è il tasso posti vacanti

L’Istat ha un indicatore, il tasso di posti vacanti, che misura la ricerca di personale da parte delle imprese. Se il tasso dei posti vacanti è alto, paragonato al tasso di disoccupazione, significa che ci sarebbero posti di lavoro ma le imprese non riescono a trovare personale.

Questo avviene sia per lavoratori con competenze elevate, ma anche basse. Vorrebbero assumere un tecnico-informatico, un cameriere o un bagnino. Lo stesso avviene per competenze legate all’ambito scientifico. Ingegneria, contabilità, marketing.

Questo disequilibrio tra domanda e offerta è molto dannoso, perché i disoccupati restano tali e non riescono a trovare un posto di lavoro, nonostante ci sarebbe chi ha bisogno di loro: è il cosiddetto mismatch delle competenze.

Leggi anche: Puoi cestinare il tuo curriculum. Ecco cosa devi fare oggi per trovare lavoro

Come trovare un posto di lavoro

La soluzione c’è, ma non è facile. L’unico modo è investire nella formazione. Solo con bonus e incentivi, infatti, sicuramente si creano nuovi posti di lavoro, ma restano vacanti perché non si trovano i lavoratori con le giuste competenze.

Per questo c’è bisogno da un lato favorire la formazione e il reinserimento con nuove competenze per i disoccupati, in base alla richiesta del mercato. Dall’altra, è necessaria anche la flessibilità da parte dei lavoratori, che devono entrare nella mentalità di reinventarsi, sia per lavori ad alta, sia a bassa qualifica. Ne va della futura pensione. Ma per farlo, ovviamente, c’è bisogno di tempo.

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