Canone Rai in bolletta, non farti illusioni: devi pagare un altro anno almeno

Sul canone Rai in bolletta, l’Europa ha ammonito il nostro Paese invitandolo ad abbandonare questa modalità di riscossione entro una data prossima.

L’Italia ha tempo per adeguarsi fino alla fine del 2022, quindi c’è almeno un altro anno prima di tornare, forse, al classico bollettino. Questo in realtà complica le cose, perché negli ultimi 5 anni ci eravamo abituati a non doverci più preoccupare di ricordare la scadenza. Ma perché sta accadendo?

E’ l’Europa a chiedere che il nostro Paese elimini il canone Rai in bolletta e trovi altra modalità di riscossione. E l’Italia ha preso impegno nel farlo con l’approvazione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Ricordiamo che dal 2016, la tassa per il possesso della televisione di casa è riscossa dallo Stato mediante addebito diretto nella fattura della luce. Al fine di contrastare l’evasione fiscale, infatti, da quell’anno, il legislatore ha deciso di abbandonare il bollettino di c/c introducendo la presunzione secondo cui chi è intestatario di utenza elettrica domestica residenziale (tipo D2) si considera anche possessore di TV.

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Dal 2017 il canone Rai è passato dai 100 euro annui a 90 euro annui (oggi riscossi con addebito nella bolletta in quote bimestrali da 18 euro ciascuna). L’UE ha chiesto di interrompere questa pratica perché slegata dal principio di trasparenza verso i cittadini, che così pagherebbero una tassa all’interno di un servizio come quello dell’erogazione dell’energia elettrica.

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Si tratta di una raccomandazione UE che l’Italia è chiamata a ricevere entro la fine del prossimo anno. Quindi, il canone Rai in bolletta potrebbe sparire dal 1° gennaio 2023 e se ciò accadrà sarà semplice accorgersene, in quanto dalla fattura scomparirà la voce di costo “Canone di abbonamento alla televisione per uso privato”. Questo ovviamente comporta un problema su come potrebbe avvenire in futuro la riscossione. La Rai preme affinché il pagamento della tassa sia allargato anche a tutti gli altri device digitali, come smartphone, tablet e quant’altro, ma anche questo è un dilemma che l’attuale governo, o quello che potrebbe arrivare il prossimo anno, dovrà cercare di risolvere più in fretta possibile.

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