Ti portano via dal 23% al 43% dei tuoi soldi, dipende. Le nuove tasse secondo Draghi

Cambiano le aliquote della nuova Irpef. Le novità introdotte modificano gli scaglioni: ecco le novità previste nella riforma

Il piano del Governo per far pagare meno tasse prevede una nuova IRPEF con quattro aliquote invece che cinque. Della riforma del Fisco, del resto, se ne discuteva già da un po’. Lo scorso 30 giugno le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno pubblicato il documento conclusivo sulla cui base è stata definita la legge-delega. In linea generali, si puntava ad un abbassamento delle tasse sul ceto medio, alla riduzione dell’Irpef, all’abolizione dell’Irap e il secondo acconto delle imposte a rate. Tra gli obiettivi abbassare le tasse sul lavoro, semplificare e rendere più agevole il rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, lottare contro l’evasione fiscale, semplificazione e riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente applicata.

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Già allora, gli occhi erano già tutti puntati sull’Irpef che grava sul ceto medio, con un reddito compreso tra 28.000 e 55.000 euro. In generale, si prevedeva un abbassamento dell’aliquota media effettiva con riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito tra i 28.000 e i 55.000 euro. Una certezza riguardava già il bonus Renzi, assorbito dall’aliquota. Attualmente l’IRPEF prevede 5 scaglioni di reddito, e a ognuno viene applicata un’aliquota di tassazione che aumenta all’incrementarsi del reddito. Si prevede, invece, un’imposta sul reddito delle persone fisiche con quattro aliquote. Le prime due prevedono uno scalino di due punti percentuali: al 23 e al 25% fino a 35.000 euro di reddito. Invece, tra i 35.000 e i 45.000 euro si applicherebbe l’aliquota al 34%. Successivamente, si passa all’aliquota al 43%.

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Chi ne beneficia

A beneficiare di più del nuovo sistema sarebbero soprattutto i redditi medi e bassi, in particolare ai contribuenti con redditi tra i 28.000 e i 35.000 euro e tra i 35.000 e i 40.000 euro, attualmente colpiti dalle aliquote più alte al 45% e al 61%. Novità anche per l’IRAP, che verrebbe pagata dalla metà della platea di riferimento attuale. A venire esonerati dovrebbero essere le piccole imprese, per un totale di circa un milione di partite IVA.

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