Cartelle esattoriali e proroga della Pace fiscale, cosa c’è di vero

Proroga cartelle in arrivo? Il Governo sta lavorando a un possibile rinvio, invece della scadenza di oggi 30 novembre.

Il 30 novembre con i suoi 62 adempimenti fiscali si presenta non solo carico di obblighi e responsabilità con il pagamento degli acconti e la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi, ma anche con tante incognite soprattutto per chi ha le rate sospese della rottamazione ter e del saldo e stralcio, o per le imprese che devono riversare nelle casse dello Stato l’Irap non pagata nel 2020 per aver sforato i tetti degli aiuti di Stato, o ancora per cittadini e autonomi che hanno beneficiato della moratoria degli avvisi bonari.

30 novembre è un vero e proprio tax day, visto che è il termine ultimo per pagare le imposte sui redditi (IRPEF, IRES, IRAP, cedolare secca e imposte sostitutive), e anche di 12 scadenze della pace fiscale, tra rottamazione ter e saldo e stralcio.

Questa proroga al 9 dicembre permetterebbe ai contribuenti di evitare il salasso in un unico giorno, tuttavia si tratta di un rinvio di sole due settimane.

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A quanto pare il Governo ha deciso di non andare oltre il 9 dicembre con la proroga della scadenza della pace fiscale. Così, invece del 30 novembre, si avrà più tempo per pagare le cartelle di rottamazione ter e saldo e stralcio. Il Governo sta lavorando a un emendamento da inserire nel decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio, ma a ostacolare un rinvio più lungo, magari al 2022, sono le coperture.

Dopo la lunga sequenza di rinvii dettata dai decreti anti crisi del Governo del 2020 e 2021, per la data del 30 novembre si sono concentrate infatti tutte le rate non pagate della pace fiscale: 8 della rottamazione ter, datate 2020 e 2021, e altre 4 del saldo e stralcio. La possibilità di diluire i pagamenti delle cartelle è stata chiesta da tutte le forze di maggioranza e tradotta in una lunga serie di emendamenti al decreto fiscale collegato alla manovra in discussione al Senato.

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La risposta del Governo è arrivata solo nelle ultime ore ma non è stata ancora tradotta in una norma approvata dalle commissioni Finanze e Lavoro di Palazzo Madama: prevede al massimo una mini-proroga al 9 dicembre che potrà dilatarsi fino al 14 dicembre con i canoni 5 giorni di tolleranza riconosciuti dal Fisco per non applicare sanzioni e far decadere dalle due agevolazioni. Il costo di una ulteriore diluizione nel 2022 delle rate dovute per il Governo al momento non è sostenibile. Salvo cambi di rotta delle ultime ore e della riunione di maggioranza in calendario lunedì 29, alle forze politiche non resta che la presentazione di un ordine del giorno che impegni il Governo a prevedere le risorse necessarie a una proroga nel nuovo anno delle rate e delle cartelle dovute già con la legge di bilancio anch’essa all’esame del Senato.

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