Scadenze fiscali del 30 novembre, i pagamenti che non puoi mancare. Ma forse c’è la proroga

Tax day del 30 novembre: cosa si paga e per quali scadenze fiscali potrebbe arrivare la proroga? Facciamo il punto.

La data di oggi 30 novembre è una data in rosso nel calendario delle scadenze fiscali. I contribuenti saranno chiamati a pagare gli acconti Irpef, ires and Irap e i proprietari di immobili in affitto la cedolare secca.

Secondo la Cgia di Mestre quella di novembre è la più onerosa scadenza fiscale dell’anno e porterà nelle tasche dello Stato circa 27miliardi di euro. Non è dovuto nessun pagamento per l’acconto della cedolare secca nel primo anno di esercizio perché manca la base imponibile di riferimento, cioè l’imposta dovuta per il periodo precedente.

La scadenza economicamente più importante sarà quella dell’acconto Ires che, secondo le stime della Cgia, costerà alle imprese 12,2 miliardi di euro. L’acconto Irap, invece, preleverà dalle aziende 6,8 miliardi, mentre l‘acconto Irpef sarà poco meno di 6,7 miliardi. Una parte di quest’ultimo versamento sarà in capo ai soggetti Irpef non titolari di partita Iva. Infine, dall’imposta sostitutiva in capo ai lavoratori autonomi in regime forfettario il fisco riceverà 1,2 miliardi, per un totale, appunto, di 26,9 miliardi di euro.

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È particolarmente attesa una proroga del riversamento dell’IRAP da parte delle imprese che hanno superato il tetto degli aiuti di Stato. In questi vanno considerati non solo l’IRAP come esenzione d’imposta, ma anche l’IMU (per gli alberghi), i contributi a fondo perduto, il bonus affitto il credito d’imposta per la sanificazione o l’acquisto di DPI per i dipendenti. Il Governo ha approvato un emendamento al decreto Fiscale a firma di Forza Italia.

La proroga farebbe slittare la scadenza dal 30 novembre al 31 gennaio 2022. Per l’ufficializzazione si attende il via libera delle Commissioni Finanze e Lavoro al Senato a cavallo tra il 29 e il 30 novembre, col conseguente comunicato-legge del Ministero dell’Economia.

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L’ordinamento tributario, ricorda l’Ufficio studi della CGIA, impone al contribuente una sanzione dell’1% dell’importo da versare al fisco per ogni giorno di ritardo entro il 15esimo dalla scadenza. La percentuale sale al 15% se il pagamento viene effettuato entro il 90esimo giorno dalla scadenza. Per omesso pagamento o per versamento effettuato dopo 90 giorni dal termine previsto per legge, la sanzione sale al 30% dell’importo da versare all’erario.

ndipendentemente dal ritardo, ricorda ancora la CGIA, sono altresì dovuti gli interessi legali pari allo 0,01 per cento dell’importo da pagare. Va ricordato che le sanzioni possono essere fortemente ridimensionate usufruendo dell’istituto del “ravvedimento operoso”, a condizione che si versi sia l’importo omesso che la sanzione (opportunamente ridotta) e gli interessi. Le riduzioni, ovviamente, diminuiscono con il passare del tempo di pagamento.

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