Cosa cambia per le partite Iva nel 2022

Il regime forfettario del 2022 presenta delle novità per le partite Iva, mentre restano comunque vecchi adempimenti e requisiti. Tutto quello che c’è da sapere.

Cosa cambia per le partite Iva nel 2022

La flat tax o regime forfettario 2021 è una tassazione agevolata che prevede l’applicazione di un’aliquota al 5 per cento o al 15 per cento fino ai 65mila euro di fatturato. Questo regime comporta una serie di benefici. Primo tra tutti, appunto, una tassazione del 5 per cento per chi ha aperto la partita Iva da meno di 5 anni e del 15 per cento in tutti gli altri casi.

Inoltre il regime forfettario non deve pagare l’Iva, con un risparmio per il consumatore finale che favorisce il titolare di partita Iva che può proporre prezzi più competitivo. La fatturazione elettronica, inoltre è facoltativa. Per alcune categorie professionali , come artigiani, fornitori di servizi e commercianti è previsto uno sconto del 35 per cento sui contributi Inps.

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Il calcolo delle tasse per le partite Iva nel regime forfettario

Dal momento che con il regime forfettario flat tax non si scarica alcun costo, il fisco da per presunto che l’imprenditore sosterrà dei costi, pertanto le tasse da pagare verranno calcolate soltanto su una percentuale dei ricavi. Sono i cosiddetti coefficienti di redditività. Per fare alcuni esempio, nei casi di professionisti non iscritti in camera di commercio è il 78 per cento, per gli agenti di commercio e gli artigiani il 67 per cento e per i commercianti il 40 per cento.

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Quali sono i requisiti e chi non può accedervi

Cosa cambia per le partite Iva nel 2022

Nel 2022 dovrebbero valere le stesse regole del 2021 per quanto riguarda i requisiti e limiti per poter accedere al regime forfettario Il primo requisito per i soggetti titolari di un’attività d’impresa, arte o professione, è avere ricavi o compensi che non superino i 65mila euro all’anno.

Inoltre, è obbligatorio non aver sostenuto spese superiori a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l’esecuzione di specifici progetti. Altro limite è non aver percepito oltre 30.000 euro di redditi da lavoro dipendente o da pensione. Tale soglia non si applica ai lavoratori licenziati o che si sono dimessi, che quindi hanno libero accesso al regime agevolato.

Non possono accedere al regime forfettario i titolari di quote in società di persone in qualsiasi percentuale oppure i titolari di quote srl e associazioni che permettono il controllo o, infine, chi ha avuto una partita iva negli ultimi 2 anni per la stessa tipologia di attività.

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