Reddito di cittadinanza, per gli stranieri sarà una svolta

Cambia tutto per il Reddito di cittadinanza e si avvantaggeranno gli stranieri che vogliono fare richiesta per il sussidio.

Reddito di cittadinanza più facile per gli stranieri, con la prospettiva di un dimezzamento nel 2023 del requisito di residenza rispetto agli attuali 10 anni. È la richiesta contenuta in un emendamento del Movimento 5 stelle alla manovra 2022. “Per mitigare la proposta – scrivono i senatori M5s – si potrebbe prevedere che il requisito della residenza sia abbassato da 10 a 8 anni (per il 2022) e da 8 a 5 anni (per il 2023)”.

Fino a ieri il capodelegazione Stefano Patuanelli ha rivendicato che il Movimento 5 Stelle è stato “protagonista” delle modifiche al reddito di cittadinanza inserite in manovra – ritenute pessime da tutti gli addetti ai lavori – avvertendo che “non deve subire ulteriori modifiche nel passaggio parlamentare”. Subito dopo però il M5s ha cambiato verso, presentando emendamenti alla legge di Bilancio che vanno chiaramente in direzione delle richieste del comitato di valutazione del reddito guidato da Chiara Saraceno. Che ha lamentato come le proposte degli esperti siano state finora totalmente ignorate prevedendo invece interventi che lasciano irrisolti tutti i principali problemi e ne creano di nuovi, introducendo “disposizioni palesemente assurde e inutilmente punitive” come il fatto che la seconda proposta vada accettata anche se è all’altro capo del Paese.

“Aumentano le bollette, milioni di italiani rischiano di rimanere al freddo e senza lavoro, ma il M5S si concentra a dimezzare i tempi per far avere il Reddito di cittadinanza agli stranieri”, commentano i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. “Solo quest’anno – rilevano – sono stati spesi oltre 9 miliardi per una misura che troppo spesso ha regalato soldi a finti poveri e furbetti. La Lega lavora invece per aiutare in concreto famiglie e imprese, recuperando risorse attraverso una riforma del Reddito di cittadinanza che deve rimanere un sussidio destinato a chi realmente ne ha bisogno e non un incentivo a non lavorare. Questione di priorità”.

Reddito di cittadinanza: dimezzati gli anni di permanenza in Italia per gli stranieri che lo vogliono chiedere

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Se già stiamo avendo fin troppi problemi per capire chi tra gli italiani abbia diritto o meno al reddito di cittadinanza, figuriamoci tra gli stranieri, parecchio soggetti al lavoro nero e all’economia sommersa. Molti immigrati rischiano di risultare poveri pur non essendolo. Certo, questo è un problema che sussiste già oggi, ma ampliando la platea dei beneficiari diverrebbe ancora meno gestibile. Peraltro, rischiamo di trasformare l’Italia in una meta del turismo del welfare.

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Infine, ne scaturirebbe anche un problema di “qualità” della manodopera in ingresso. Il reddito di cittadinanza facile agli stranieri attirerebbe probabilmente lavoratori poco qualificati, i quali confiderebbero nel sussidio per il caso in cui rimanessero senza occupazione. Non sarebbe di certo un incentivo a tirarsi su le maniche tra coloro che il pensiero politico dominante sostiene paghino le nostre pensioni. Al contrario, la bilancia inizierebbe sempre più decisamente a pendere dal lato dei costi. E questo un’economia con un tasso di occupazione così basso come il nostro non può permetterselo, salvo chiudere per default.

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