La fabbrica chiude senza preavviso e si trasferisce. Filomena: “Ora chi mi prende, a 63 anni?”

La delocalizzazione delle sede delle aziende porta a una valanga di problemi collaterali, in primis la perdita del lavoro di decine e decine di lavoratori. Ecco una storia che arriva da Marradi, dove il trasferimento di una attività ha impoverito territorio e lavoratori.

Una attività incentrata sul lavoro sul territorio diventa un punto di riferimento non solo per i lavoratori dell’attività stessa, ma per tutta la comunità del territorio circostante. L’Italia è piena di queste medie e grandi attività intorno a cui si concentra una piccola comunità di persone che si sostiene grazie a quella sola attività, che da garanzie di sopravvienza a tutti coloro che ci lavorano e alle loro famiglie. Se una di queste attività si trasferisce in un altro luogo, chiudendo gli stabilimenti che per anno hanno rappresentato un tale punto fermo della vita di molti, le conseguenze sociali ed economiche del terriorio sono incalcolabili.

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Una nuova storia di una comunità che si vede privata di questi punti di riferimento è quella che viene da Marradi, dove la chiusura di una storica fabbrica di marron glacés ha fatto aprire la terra sotto i piedi a molte persone. Lo storico stabilimento dell’Ortofrutticola Mugello srl di Marradi, paesino dell’appannino tosco-emiliano sotto l’amministrazione della città metropolitana di Firenze, dava lavoro a circa 15 persone nei ruoli fissi, ma a moltissimi lavoratori stagionali che ogni anno arrivavano da tutto il paese per lavorare nello stabilimento. Filomena, una delle lavoratrici stagionali che da più di 30 anni partecipava alle attività dello stabilimento dell’Ortofrutticola Mugello ha raccontato che da un giorno all’altro i lavoratori si sono sentiti dire che la fabbrica avrebbe chiuso, senza la possibilità per nessuno di fare niente. Non è stato possibile organizzarsi con i sindacati per degli scioperi o per l’arresto della lavorazione interna perché da un giorno all’altro lo stabilimento è stato chiuso senza lasciare scampo ai moltissimi stagionali che si ritrovano adesso senza lavoro.

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Il motivo della chiusura dello stabilimento di Marradi è il trasferimento delle attività a Bergamo, territorio giudicato migliore per gli affari dello stabilimento. Tuttavia il paesino di Marradi, che conta circa 3.000 persone, moltissime delle quali lavoravano in attività legate o collaterali allo stabilimento, è una perdità terrificante. Il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti si è detto molto preoccupato dalla situazione, non solo per suo paese, ma in generale per l’andazzo delle attività di rasferire i propri stabilimenti impoverendo drasticamente un terrorio che viveva di quelle attività.

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