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Targa e documenti: hai poco tempo per evitare la multa

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Riccardo Magliano

Per chi si trasferisce nel nostro paese dall’estero c’è l’obbligo di immatricolare l’auto entro 3 mesi. Qualora questo non venisse fatto c’è il rischio di altissime multe.

Negli ultimi anni si è tornati a parlare di un argomento che sembrava archiviato da tempo: il regolamento fiscale dei veicoli immatricolati all’estero che circolano in Italia. Fino a oggi il periodo massimo di circolazione di un veicolo a terga estera nel nostro paese era di 2 mesi, prima che sopraggiungesse il dovere di immatricolazione del veicolo stesso. Dal 1 febbraio 2022, però, è entrato in vigore il Decreto Sicurezza del 2019 di Matteo Salvini, che allunga il periodo di circolazione dei veicoli a targa straniera in Italia, ma aumenta anche di molto le multe nel caso in qui, passati quei 3 mesi, non avvenga l’immatricolazione del veicolo nel nostro paese.

Come molte altre norme inserite nel nuovo Codice della Strada con l’avvento 2022, anche questa nuova pena riguarda l’importo delle multe. La sanzione per la mancata immatricolazione di un veicolo a targa straniera in Italia dopo 3 mesi arriverebbe anche a 3.000 euro. Andando nel particolare, le multe vanno da 400 a 1.600 euro per i proprietari residenti all’estero di veicoli non immatricolati in Italia dopo 3 mesi dalla presa di residenza. Nello stesso testo si specifica però come se un veicolo recante targa straniera sia introdotto in Italia da una persona con residenza anagrafica in Italia, ma che non coincide con il proprietario del veicolo stesso, all’interno del veicolo deve essere conservato un documento che attesti questa situazione e la durata della disponibilità del veicolo.

Il messo in questione può essere utilizzato per un periodo massimo di 30 giorni e solo in questa modalità. Allo scadere di tale periodo, il titolo e la durata della disponibilità devono essere registrati nuovamente presso il Pubblico registro automobilistico. Se questo non venisse fatto, scatterebbe una multa dal valore oscillante tra 712 euro e 3.558 euro. A partire da quest’anno, lo stesso regolamento interessa anche i rimorchi.

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