Pensionati, arrivano tre anni di arretrati. E si parte da 63 euro al mese

Aumenti, arretrati, rimodulazioni: sul tema delle pensioni si è spesso detto e scritto tanto, specie in negativo: ma ora balza la notizia dell’arrivo di tre anni di arretrati. Per chi? E in che modalità? A chi spettano? Andiamo a vederci chiaro.

Sono tanti, come sempre, gli italiani che mese dopo mese sono in spasmodica attesa dell’arrivo della pensione: specie in un contesto come quello attuale, i cittadini sono sempre sul chi va là quando si parla dell’assegno pensionistico. In questo caso di parla di arretrati e vantaggi. Vediamo quali.

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pensione / FONTE: Pexels

Un periodo storico come questo, contraddistinto dalle conseguenze tragiche, in termini economici, degli anni di pandemia e, ora, condizionato altresì dalla guerra e da tutti i rincari a cui stiamo assistendo, trasforma ogni singola notizia circa l’ammontare delle pensioni in un grande interesse.

Quello che emerge, ora, è che gli statali andati in pensione negli ultimi tre anni beneficeranno degli aumenti previsti dal rinnovo del contratto dei dipendenti delle funzioni centrali. In particolare, gli  assegni pensionistici dovrebbero venire ricalcolati in considerazione dei nuovi incrementi di stipendio.

In contemporanea, dovranno essere rimodulati i trattamenti di fine servizio e di fibne rapporto. In sostanza, anche l’intera questione intorno ai TFR andrà rivista. E questo, come noto, può avere una grande rilevanza per le tasche degli italiani.

Assegni pensione, che cosa sta per succedere

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Dunque che cosa accade? I lavoratori statali in pensione nel triennio precedente avranno degli aumenti indicati dal rinnovo del contratto dei dipendenti delle funzioni centrali ricalcolati così come  i trattamenti di fine servizio e di fine rapporto.

Inoltre, spettano pro-quota a chi ha chiuso con il lavoro tra il 2019 e il 2021 perfino gli arretrati generati dagli aumenti previsti nel nuovo contratto. Questo meccanismo riguarda i dipendenti delle funzioni centrali: vale a dire ministeri, agenzie fibscali, enti pubblici non economici, come Inps e Inail.

Inoltre, occhio anche a tutto ciò che verte intorno ai nuovi contratti della sanità e degli enti locali: per queste categoria, in effetti, si va verso la firma di un nuovo accordo sulla falsa riga di quanto detto sopra. Al via anche un percorso di rinnovamento pure per il settore scuola.

Le novità sulle pensioni e gli arretrati

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Stando all’articolo 48 del contratto per i dipendenti delle funzioni centrali la situazione sarà questa. I benefici economici derivati dalla applicazione degli incrementi degli stipendi tabellari sono calcolati ai fini previdenziali, in base agli ordinamenti vigenti, nei riguardi del personale comunque cessato dal servizio, con diritto a pensione, nel periodo di vigenza del presente contratto.

Il contratto firmato copre come l’arco temporale 2019-2021. E in funzione dell’indennità di buonuscita o di anzianità, del trattamento di fine rapporto, dell’indennità sostitutiva del preavviso, ma anche dell’indennità in caso di decesso, si stimano solo gli aumenti generati alla data di fine del rapporto.

Chi nel triennio 2019-2021 ha prestato la sua opera alle amministrazioni del comparto delle funzioni centrali, ha diritto a ricevere gli identici benefici economici dei dipendenti che sono ancora in servizio. Tra cui, appunto gli arretrati fino al momento in cui si è andati in pensione.

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