Superbonus, soldi finiti, cosa accade se i cantieri vengono abbandonati

Allarme intorno al Superbonus: a quanto pare i soldi sono finiti. E sono dunque a rischio i nuovi cantieri: cosa sta succedendo? Quali gli scenari adesso? Ecco che cosa si prospetta intorno al superbonus.

Nato per incentivare i cittadini a migliorare le proprie abitazioni dal punto di vista non solo architettonico ma anche migliorate sulle sfere ecologiche e della sicurezza, il Superbonus sta per diventare un vero e proprio boomerang. Cosa succede?

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superbonus / Fonte: Pexels

L’obiettivo palese del Superbonus è ormai noto: dare ai cittadini in condizione la chance di abitare in edifici rispettosi dell’ambiente e con maggior sicurezza, con un costo pari allo zero e con benefit anche per le aziende del settore specializzate in ristrutturazioni e migliorie architettoniche e strutturali.

Malgrado questo, è arrivata la doccia fredda: con l’esaurimento dei fondi disponibili e, malgrado le tante modifiche inserite, il cammino del Superbonus è più che mai in bilico. Ecco perché non è il momento proprio per accedervi e quali sono gli scenari che si prospettano.

Tutti i problemi del Superbonus

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Prima di tutto ci si interroga sul cammino dei lavori già iniziati. Come afferma la Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) il rischio è arrivare all’impossibilità di cedere crediti d’imposta per una cifra pari a 2,6 miliardi di euro, il che mettere in ambasce 33 mila imprese artigiane già coinvolte.

Un paradosso, poiché in molte hanno fatto in modo di avviare già l’iter, applicato, come da legge, relativo allo sconto in fattura ai rispettivi clienti. Ma vi è anche un altro grande dubbio che si abbatte sui cittadini che potrebbero ritrovarsi a pagare fatture per opere mai terminate.

Il Parlamento deve dunque affrettarsi per arrivare ad una soluzione che sciolga questi nodi e tutte le altre problematiche collaterali per le categorie coinvolte: cittadini, strutture abitative, aziende professionali.

La prenotazione dei fondi che lo scorso 10 giugno ha scollinato i 400 milioni di euro quelli disponibili (33,3 miliardi gli euro stanziati, 33,7 miliardi il totale dei fondi prenotati) non pare in fin dei conti un ostacolo non superabile, a patto che nel governo non si stia seriamente pensando di chiudere i rubinetti, ovvero sospendere del tutto questo genere di finanziamenti.

Superbonus, gli scenari possibili

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Il capo del governo Mario Draghi non ha nascosto dubbi sul Superbonus una misura per lui oggetto di discussioni. L’ipotesi che si bisognerà attendere la prossima Finanziaria approvata dal Parlamento ma questo implica immaginarsi un probabile scontro tra partiti che vorranno da un lato favorire la spesa pubblica e altri con a cuore una interpretazione più accorta e meno spendacciona delle risorse statali.

C’è poi un grosso dubbio sull’iter burocratico-amministrativo del Superbonus nei suoi percorsi già in corso d’opera. Le banche hanno dichiarato di avere raggiunto i limiti del proprio carico fiscale e di non accettare nuovi crediti.

L’idea del mantenimento del credito al di là dell’anno fiscale, allungandone le competenze sull’anno fiscale 2023, è una ipotesi. Ma tutto resta legato al filo del rasoio delle incertezze. Se i cantieri venissero abbandonati, in assenza di superbonus, molte opere resterebbero incompiute: in barba a sicurezza, bellezza, estetica e armonia ambientale.

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