Un debito di 5 euro ogni settimana e tu non lo sapevi. Come funzionava la truffa degli sms

La Procura di Milano ha chiuso le indagini sui servizi in abbonamenti fatti pagare al cliente senza che quest’ultimo li abbia richiesti oppure abbia dato il suo consenso.

100 milioni strappati ai clienti senza il loro consenso. Oggi il fenomeno del smishing è sempre più diffuso. Molte persone cadono nella rete dei truffatori rispondendo o rivelando la propria identità dopo aver ricevuto un SMS all’apparenza innocuo.

L’obiettivo di questi truffatori quello di raccogliere dati riservati, ottenere denaro illegalmente e, a volte, rubare l’identità. Tra le tecniche più diffuse di smishing troviamo:

  • Bancario: la truffa cerca di spingerti all’azione avvisandoti che il tuo conto corrente è stato violato. Tutto comincia con un SMS che sembra provenire dalla tua banca. Il messaggio invita a cliccare su un link, chiamare un numero telefonico o rispondere al messaggio fornendo il tuo PIN o le tue credenziali d’accesso.
  • Smishing con malware: l’SMS invita a scaricare qualcosa sul telefono. Potrebbe sembrare una applicazione fidata e autenticata, ma in verità sarà utilizzata per impossessarsi dei dati sensibili conservati nel tuo telefono, come i dati delle carte di credito memorizzati in altre app.
  • Smishing per ottenere soldi: l’SMS si presenta come una richiesta di aiuto da parte di una persona che conosci o da una fonte ufficiale, come una società di recupero crediti, una compagnia assicurativa o la polizia. I truffatori cercano infatti di farti cadere nel panico per convincerti a inviare denaro rapidamente, senza darti il tempo di capire che si tratta di un tentativo di frode.

Truffa SMS da 5 euro a settimana: di cosa si tratta

La Procura di Milano ha chiuso le indagini sulla truffa da 100 milioni ai danni dei clienti di alcune compagnie telefoniche. La cosiddetta truffa degli SMS costava infatti 5 euro alla settimana al cliente. In un mese il credito telefonico faceva registrare spese per di 20 euro per degli abbonamenti mai sottoscritti o attivati dal cliente.

Un vero e proprio indebito che ha portato ad un giro di affare tra il 2017 e il 2020 di ben 100 milioni di euro. Le attivazioni ‘automatiche’ sono state in tutto tra 30-40mila al giorno. Facendo due conti, le società incassavano in maniera indebita la bellezza di 200mila euro in 24 ore.

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