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Economia

Gas, perché dobbiamo rassegnarci al razionamento

Published by
Massimiliano Ciancaglioni

Il problema del gas è sempre più centrale e ogni Paese sta provando a reagire a modo suo: ecco perché serve il razionamento

Resterà chiuso per dieci giorni di manutenzione programmata il gasdotto russo Nordstream 1, che porta alla Germania. In passato questo non è mai stato considerando un evento importante ma stavolta c’è il reale timore che la riapertura possa non avvenire. La scusante per i russi potrebbero essere le sanzioni occidentali e il periodo sembra calzare a pennello per rallentare il riempimento europeo degli stoccaggi.

Ora è naturale chiedersi se i piani di emergenza in Europa siano contingenti. Ogni singolo paese sta reagendo a modo suo, con la Germania ad esempio che punterà su prestiti di liquidità e ricapitalizzazione. Il sistema britannico, basato sul price cap (limite massimo di spesa per le bollette) ha invece causato il fallimento di molti fornitori di gas e luce, non sempre robusti sul piano finanziario.

Gas, la strada rimane solo quella del razionamento

Gli Stati Uniti sono invece focalizzati sull’inflazione, con Joe Biden che se l’è presa con le raffinerie e i distributori. Nonostante gli americani consumino molto di più degli europei, ancora non sono stati messi in atto dei piani di risparmio energetico. L’idea di distruggere la domanda non è assolutamente presa in considerazione, anche se appare come l’unica strada possibile

Tornando all’Europa, e più precisamente all’Italia. Anche qui siamo indietro con la distruzione della domanda. Tabarelli su La Stampa ha spiegato che in Italia “stiamo consumando più o meno come l’anno scorso, con solo un leggero calo dell’1,7%, nonostante prezzi raddoppiati alle famiglie e quintuplicati alle imprese”. La situazione pertanto appare difficile da risolvere.

I mercati del gas e dell’elettricità sono così tirati che basta la notizia di uno sciopero in Norvegia per far schizzare del 10% il prezzo del gas sul mercato a termine olandese. C’è ansia per ogni rischio in termini di produzione elettrica e si teme in ogni caso il peggio. Per questo motivo andrebbe forse comunicato ai cittadini che si dovranno preparare al razionamento.

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