Recessione, cosa succede davvero se ci cadiamo dentro

Abbiamo imparato a temere il termine “recessione”. Pur non sapendone esattamente il significato, sappiamo che si tratta di qualcosa che non vogliamo in nessun caso. La situazione attuale dell’economia, però, porta in quella direzione.

Per quanto sia normalmente associata a un prolungato periodo di contrazione della crescita economica, la recessione non ha una vera e propria definizione. Molti economisti si sono interrogati quali siano i sintomi reali che un paese sta andando in recessione, ma la realtà è che sono molti e molto diversi tra loro.

Con la situazione attumente in gioco, la crescita dell’economia italiana è stata fortemente rallentata e il rischio della recessione è dietro l’angolo. Nel nostro caso la colpa è da imputare in parte alla guerra in Ucraina, ma in parte anche alla pandemia. L’economia italiana, già fortemente provata dalla chiusura delle attività durante il periodo del Covid-19, aveva cominciato a riprendersi con l’aumento dei consumi e la ripresa delle attività lavorative. La ripresa, caldeggiata dal Governo Draghi a suon di bonus e facilitazioni per le imprese, è stata bruscamente interrotta dalla guerra.

Purché l’Italia non sia parte attiva nel conflitto tra Russia e Ucraina, le ripercussioni si sono sentite. L’aumento del prezzo del gas, le sanzioni alla Russia da parte di Europa e Stati Uniti, la crisi del grano e poi l’inflazione hanno reso molto difficile recuperare il calo del tasso di crescita. Secondo il Centro Studi di Confindustria la situazione sta continuando a peggiorare, la ripresa economica post covid, caldeggiada dal Governo con tutti gli aiuti del caso, è stata quasi completamente annullata e i buoni propositi del periodo immediatamente successivo alla pandemia sono stati eclissati. Le industrie italiane stanno risentendo della crescita dei prezzi energetici, mentre le famiglie risentono dell’inflazione in aumento che fa salire moltissimo i prezzi dei prodotti di prima necessità.

Tutti questi fattori vanno ad incidere sulla crescita del PIL, fondamentale per la ripresa post-pandemia. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, i dati per l’Italia portavano a una crescita stimata del 3,8%, con la speranza di poter arrivare fino a un 4% nell’idea del Governo. Attualmente, però, il livello di crescita è solo del 2,3% e con nessun segno di miglioramento, al massimo, come detto, si potrebbe peggiorare. Il rischio della recessione è dietro l’angolo e se la guerra in Ucraina continuerà i rischi si faranno sempre più concreti.

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