L’inflazione, noi in Italia lo sappiamo bene, non è qualcosa di cui ci si libera con un colpo di spugna. La botta che ci ha dato la presente crisi dell’energia, con la pandemia e la guerra economica lascerà segni profondi nella nostra economia destinati a durare. Secondo gli economisti avremo a che fare con l’inflazione alta per altri due anni.
Fino a pochi anni fa sarebbe stato difficile prevedere il tornado di avvenimenti che avrebbero portato a una crisi economica tanto grave, complessa e variegata. La crisi innescada prima dalla pandemia di Covd-19 e poi dalla guerra in Ucraina ha messo a dura prova la tenuta energetica dell’Europa, e in Italia stiamo soffrendo in maniera particolare, a causa di alcune scelte in fatto di politica energetica poco lungimiranti fatte in passato.
La cosa che maggiormente ha comlpito gli italiani, dopo l’aumento del prezzo delle bollette, è il livello altissimo raggiunto dall’inflazione. Partito in crescita di pari passo con il prezzo del gas, l’inflazione è adesso poco sotto l’11%, in livello estremamente alto. Questo significa che i prezzi di tutti i beni di consumo si è alzato in base a quel dato, che peraltro è ancora in rialzo. In un paese come l’Italia, con uno storico particolarmente ricco di periodi ad alto tasso di inflazione, sappiamo bene che non è un problema di cui ci si libera in fretta.
Inflazione, un problema che perdura oltre la crisi
Secondo gli analisti, infatti, la preoccupazione più grande rispetto al tasso di inflazione è che questo sia destinato a perdurare anche oltre la crisi energetica e la guerra in Ucraina. A dircelo sono gli studi dell’agenzia Standard & Poor’s, i cui economisti hanno dipinto un quadro preoccupande. Anche ammesso che la guerra in Ucraina finisca presto, lo scenario che ci si para davanti mostra una riduzione graduale dell’aumento del tasso di inflazione, che rimarrà comunque presente.
Nello specifico, la crescita si manterebbe introno al 5,7% nel 2023, del 2,6% nel 2024 e del 1,9% nel 2025. Numeri che sarebbero ancora più alti in caso la guerra si protraesse ancora nei prossimi anni. L’inflazione ci accompagnerebbe quindi, anche se in maniera minore, per i prossimi 2 anni di vita, che la guerra finisca oppure no.
A fronte di questo, ci sono già le prime idee delle banche europee per confrontarsi con la crisi inflazionistica. La BCE già da tempo ha messo in atto misure per bilanciare l’aumento dell’inflazione. Misure che hanno già cominciato a dare i loro frutti, ma che potrebbero non bastare. Secondo i vertici della Banca Centrale, sarebbe il caso che le banche puntassero a una recessione lieve per accelerare il processo di disinflazione nei prossimi 2 o 3 anni.