Reddito di cittadinanza, i fratelli Bianchi dal carcere preoccupati di perderlo

Dal carcere le intercettazioni dei fratelli Bianchi, colpevoli della morte del 21enne Willy Monteiro Duarte, preoccupati dalla perdita del Reddito di Cittadinanza. 

Tornano a far parlare di loro, dal carcere, i fratelli Bianchi, questa volta per il Reddito di Cittadinanza. I fratelli sono in carcere per aver massacrato di botte e conseguentemente ucciso, nella notte fra il 5 e il 6 settembre scorso a Colleferro, il 21enne Willy Monteiro Duarte. Nel frattempo, dopo l’omicidio, sono partite le accuse contro la famiglia, accusata di aver percepito illegalmente la misura di sostegno economico. Le indagini preliminari, avviate dalla Guardia di Finanza, si sono chiuse con il risultato che la famiglia Bianchi dovrà risarcire 29.000 euro, mentre altre due persone sono indagate.

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Sta di fatto che la perdita del Reddito sembra preoccupare i fratelli che, in base a delle intercettazioni, si sono lasciati andare a qualche confidenza al riguardo. “So tutte caz***e, mica lo pigli tu a nome tuo tutto quanto, lo piglia papà. La finanza non ha bloccato gnente”, avrebbe detto Marco Bianchi interloquendo con Alessandro, fratello non coinvolto nell’omicidio, andato a trovarlo in carcere. Nelle conversazioni tra i due si parla anche di Gabriele, l’altro fratello coinvolto nell’omicidio. “Gabriele non ha capito un ca**o. Scrive solo a Silvia, “amore mio Silvia, amore mio Silvia non mi tradire, di qua, di là, ti amo” “, dice uno all’altro. Il sussidio, percepito dai fratelli Bianchi attraverso la famiglia, è stato revocato subito dopo l’omicidio del giovane di origini capoverdiane massacrato di botte a Colleferro. Di quel ragazzo, però, non sembra esserci pensiero nella mente dei fratelli. Del Reddito, invece, sì.

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Le indagini

Le indagini si erano aperte dopo la visione delle foto sui social postate dai due. Da una parte, il Reddito percepito dai genitori; dall’altra foto in barca, soggiorni in hotel di lusso, suv e moto, orologi da corsa. Per gli inquirenti, si tratta di un raggiro compiuto ai danni dell’erario, sfruttando il reddito di cittadinanza. Il sostituto procuratore di Velletri, Giovanni Taglialatela, coadiuvato dalla guardia di finanza di Colleferro, ha chiuso le indagini preliminari e inviato gli avvisi a Ruggero Bianchi, il padre dei presunti assassini, e alla moglie Antonietta di Tullio. La stessa accusa di aver percepito illegittimamente il reddito di cittadinanza è stata rivolta anche ai genitori del coimputato Francesco Belleggia, Lorenzo Belleggia e Rita Soccodato. Adesso, si attende il rinvio al giudizio e la restituzione di 29mila euro che sarebbero stati percepiti in maniera illegittima.

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