Pensioni, le ipotesi in campo dopo quota 100: cosa cambia

Da giorni si discute sulla possibilità di garantire un’adeguata uscita dal mondo del lavoro più flessibile. L’obiettivo è arrivare pronti per la riforma delle pensioni che ci sarà a ottobre, dopo Quota 100. 

Pasquale Tridico, presidente dell’Istituto INPS, ha presentato la relazione annuale a Montecitorio riguardo il tema di welfare. Le sue proposte per la riforma delle pensioni sono principalmente tre:

  • Età di 41 anni per la contribuzione. Una delle proposte è quella di ridurre il requisito dell’anzianità per accedere alla pensione anticipata dopo 41 di anni di contribuzione, sia per le donne che per gli uomini. Questo progetto favorirebbe chi ha già un numero adeguato di anni di contribuzione, senza tenere conto dell’età anagrafica. Si tratta della cosiddetta Quota 41. Anche il partito della Lega, insieme ai sindacati, sostiene il provvedimento.
  • Modificare il calcolo contributivo. Si introduce la questione ormai necessaria di avere una maggior flessibilità nel calcolo dei contributi, che dia il permesso a tutti, indistintamente, di attuare un’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Infatti, oggi risulta molto difficile rientrare nei criteri adeguati, soprattutto per lavoratori autonomi e donne. Questa iniziativa prevede un vero e proprio cambiamento nel calcolo della pensione.
  • L’anticipo della quota per la pensione. La proposta vorrebbe permettere ai lavoratori di poter richiedere l’anticipo della quota di pensione contributiva al raggiungimento dei seguenti requisiti: 63 anni di età anagrafica, 20 anni di contribuzione e un importo minimo di 1,2 volte dell’assegno sociale.

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Dal canto suo, il ministero dell’Economia mette in guardia da misure e interventi troppo costosi. Alcune, però, saranno più facili da far approvare. Ad esempio, il prolungamento di almeno un anno dell’Ape sociale sarà confermato con molta probabilità. L’Ape sociale è una procedura per ottenere l’anticipo pensionistico a cui i lavoratori di alcune categorie specifiche possono richiedere: disoccupati da molto tempo, caregiver o disabili etc.
Si dà quasi per certo che questo strumento, prolungato già per tutto l’anno 2021, possa ricevere un ulteriore ampliamento durante la Riforma delle Pensioni. I lavoratori più in difficoltà sono il centro della discussione della riforma. Si parla anche delle donne che avevano ottenuto, con l’ultima legge di bilancio, la possibilità di congedarsi dal lavoro con 58 anni d’età e 35 anni almeno di contribuzione.

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Un altro dei temi che sicuramente verranno presi in considerazione nel confronto tra governo e sindacati è la tutela delle pensioni dei giovani. I giovani sono considerati una categoria da proteggere, date le numerose mutazioni del mercato del lavoro. Il ruolo dei giovani è quello di essere “contributivi”, ed è dunque necessario tutelare anche il loro futuro. Tra i tentativi per aiutare i giovani pare che ci sarà una trasformazione della pensione di cittadinanza tramite un assegno garanzia, in base a un minimo pensionistico garantito accompagnato da appositi meccanismi.

Aria di cambiamenti

Nonostante alcune riforme siano più onerose di altre dal punto di vista economico, non si può aspettare. Siamo ormai al termine della Quota 100, ovvero della possibilità di uscita anticipata voluta dall’ex governo Conte 1, con 62 anni di età e 38 di contributi. Questa norma è stata concessa fino al 31 dicembre 2021, dopo di che urge pensare a una vera e propria Riforma delle pensioni, coordinando le necessità dei lavori più fragili con la stretta vigilanza da parte dell’Europa su tutto il capitolo della previdenza sociale.

 

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