Cancellazione dei debiti dopo 5 anni, una svolta: ma i morosi cronici dovranno essere più attenti

Cambiano le regole sulle rateizzazione dei debiti. Chi non paga dieci rate non avrà diritto ad accedere alla rateizzazione, sia essa ordinaria che straordinaria.

Condivisione dei dati per recuperare i crediti e nuove regole per i piani di dilazione. Sono questi i capisaldi della riforma del sistema di Riscossione, presentata dal Ministro dell’Economia Daniele Franco sulla base di un testo redatto dall’Agenzia delle Entrate e dall’Agenzia della Riscossione. Nella relazione presentata il 21 luglio 2021 al Parlamento da Agenzia delle entrate e da Ader, si suggerisce la cancellazione automatica dei ruoli non riscossi dopo un dato periodo di tempo, pari a 5 anni, dopo il condono fino a 5mila euro varato con il Decreto Sostegni.

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Nel testo, inoltre, si delineano i criteri per la revisione del meccanismo di controllo e discarico dei crediti non riscossi, nell’ambito di una riforma più generale del sistema della riscossione nazionale, prevista dall’articolo 4, comma 10 del Decreto Sostegni. In questo modo, si mira ad utilizzare strumenti più incisivi per la riscossione così da alleggerire l’ex Equitalia.

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Un altro punto importante è la revisione del sistema di rateizzazioni dei debiti, con una stretta più incisiva per i morosi cronici. L’obiettivo è alleggerire i rapporti con i contribuenti e penalizzare definitivamente i recidivi. La rateizzazione dei debiti, infatti, è una pratica molto diffusa in Italia, utilizzata dal 50% dei contribuenti italiani. Attenzione, però, perché il sistema attraverso il quale il contribuente insolvente poteva regolarizzare la sua posizione pagando a rate i debiti con il Fisco è cambiato. Chi non paga dieci rate non avrà diritto ad accedere alla rateizzazione, sia essa ordinaria che straordinaria.

La rateizzazione 

La rateizzazione ordinaria ha una durata di 6 anni e viene concessa per i debiti di importo non superiore ai sessanta mila euro senza necessità di documentazione ad hoc che attesti la propria situazione economica. La rateizzazione straordinaria vale invece per i debiti di importo superiore ai sessantamila euro e prevede una dilazione di pagamento in centoventi rate, da spalmare su 10 anni, dietro presentazione di documentazione. Fino a questo momento, la normativa prevede che, se si saltano 5 rate della dilazione di pagamento del debito, il piano di rientro agevolato si interrompe, costringendo il debitore ad un brusco ritorno alle regole ordinarie. Tuttavia, se si paga l’arretrato in una soluzione unica, è possibile essere riammessi al piano di dilazione di pagamento.

Cosa cambia

Un meccanismo che, però, non può più essere sostenuto. L’esecutivo, infatti, ha previsto l’impossibilità, per il contribuente che ha mancato il pagamento di dieci rate, di essere riammesso al programma agevolativo di rateizzazione previsto per quei debiti per i quali il beneficio era stato concesso. Prima di procedere alla esclusione dal rateizzazione, le rate aumentano da 5 a 10. Tuttavia, una volta usciti dal programma di dilazione, non si potrà più rimediare.

A partire dal primo settembre ripartiranno i controlli a tappeto sui debiti scaduti. Dopo il 31 agosto, l’Agenzia Entrate e Riscossione riprenderà la sua attività di controllo sui debiti scaduti e non versati. Pertanto, bisogna chiedere la rateizzazione del debito entro il 31 di agosto, certificando la propria situazione ( pena esclusione dal diritto alla dilazione di pagamento, se il debito supera i cento mila euro). Inoltre, per tutte le domande di rateazione dei pagamenti inoltrate a partire dal 30 novembre 2020, per bloccare la procedura esecutiva avviate, occorre pagare almeno la prima rata del piano agevolato di rateazione. Infine, per tutti i piani di rateazioni in vigore al 31 dicembre 2020 o richiesti entro il 31 dicembre 2021, qualora il contribuente non versi 10 rate, costui decade dal piano agevolato e sarà costretto a pagare tutto in una unica soluzione.

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