Cosa accade se si preleva del denaro dal conto di un defunto

Cosa accade se si preleva denaro dal conto corrente di un defunto? L’Istituto bancario non è tenuto a informarsi sulla stato in vita del correntista.

Conto corrente (foto Adobestock)
Conto corrente (foto Adobestock)

In questo caso è compito degli eredi inoltrare la comunicazione di decesso all’istituto di credito, sia tramite Pec, che con Fax o Raccomandata, questo perché la banca non è obbligata a conoscere lo stato di salute di chi ha aperto un conto e poi eventualmente è morto, compresa l’eventualità che siano stati effettuati dei prelievi in modo non legittimo.

A seguito della comunicazione la banca ha il dovere di congelare il conto, così che non siano più possibili movimenti in entrata e uscita per permettere l’apertura della successione. Esiste la possibilità, sempre che l’istituto sia d’accordo, di utilizzare una parte del deposito per pagare le spese funerarie ed eventualmente i pagamenti domiciliati e periodici, come bollette, abbonamenti ed affitti.

La procedura dunque prevede il blocco del conto, anche per chi ha la delega al prelievo, così da evitare futuri problemi agli eredi quando dovrà essere aperta la successione. Infatti se dovessero emergere prelievi non autorizzati, il responsabile dovrà rifondere la somma compresa degli interessi, ma comunque non ci sarà alcuna responsabilità della banca, come del resto ha stabilito una sentenza della Cassazione, che ha basato il suo verdetto sul concetto che l’istituto non ha l’obbligo di informarsi sullo stato in vita del proprio correntista, se non viene informata.

Prelevare da conto di un defunto: la procedura

Conto corrente (foto Adobestock)
Conto corrente (foto Adobestock)

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Per poter prelevare va seguito uno specifico iter. Una volta comunicato il decesso, bisogna accettare l’eredità e stabilire chi sono gli aventi diritto che apriranno la successione. Questa va presentata all’Agenzia delle Entrate e, una volta consegnata, va poi portata un copia alla banca dopo la registrazione ufficiale da parte del fisco. Infine, prima di sbloccare il conto, è necessario chiedere all’istituto di produrre un documento riepilogativo con il conteggio della somma di denaro conservata nel conto corrente.

Nel caso in cui il conto sia cointestato resta comunque il divieto di accesso per gli eredi prima della successione. Successivamente potranno dividere solo il 50% delle somme, mentre il resto spetta al cointestatario, che però dovrà aspettare tutto l’iter.

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e si tratta di un conto cointestato a firma congiunta, ogni operazione deve avere il consenso di entrambi i titolari: ecco perché in caso di morte di uno dei due la sua quota (50%) passa agli eredi ed il conto viene bloccato fino alla successione.

In caso di conto cointestato a firma disgiunta, in teoria, il titolare rimasto in vita potrebbe operare sulla quota che gli spetta. In genere, per evitare problemi con gli eredi, la banca tende a bloccare l’intero conto, mossa che può essere contrastata in tribunale.

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