Riscatto dei contributi INPS per salvare la tua pensione: quando puoi farlo davvero e quanto ti costa

Il riscatto dei contributi è un’opzione molto valida messa a disposizione del lavoratore. Ecco in cosa consiste.

Il riscatto dei contributi permette di aumentare il montante contributivo necessario per raggiungere la pensione e consiste nella possibilità per il lavoratore di coprire i periodi contributivi scoperti, come quello universitario o per lavoro all’estero, così incrementare il montante contributivo necessario per la pensione coprendo i periodi scoperti, senza che sia stata versata contribuzione. I contributi da riscatto, spiega l’Inps, sono contributi che vengono accreditati a seguito della facoltà concessa al lavoratore o al pensionato di coprire periodi, altrimenti privi di contribuzione, per i quali vi è stata omissione nel versamento all’Inps dei contributi obbligatori che non possono essere, altrimenti, recuperati essendo intervenuta la prescrizione di legge; non vi era l’obbligo del versamento contributivo; sono state introdotte particolari disposizioni legislative. Il riscatto è sempre a titolo oneroso e si perfeziona con il pagamento di un onere di riscatto.

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È consentito riscattare i periodi non coperti da contribuzione relativi il corso legale di laurea, le lauree brevi e i titoli di studio ad esse equiparati; l’attività lavorativa svolta all’estero in Paesi non convenzionati; l’astensione facoltativa per maternità che si colloca al di fuori del rapporto di lavoro; gli anni di praticantato effettuati dai Promotori finanziari; l’attività svolta con contratto di collaborazione coordinata e continuativa per periodi antecedenti il 1.4.1996; i periodi non lavorati e privi di contribuzione previsti da specifiche disposizioni di legge e comunque successivi al 31.12.1996; periodi di lavoro svolto con contratto part time; i periodi di lavoro socialmente utili per la copertura delle settimane utili per il calcolo della misura delle pensioni ulteriori periodi di riscatto previsti da specifiche disposizioni di legge.

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È consentito riscattare i periodi di lavoro non coperti da contribuzione (omessi) e per i quali non sussiste più l’obbligo assicurativo (prescritti), se i contributi risultano non versati dal datore di lavoro per attività lavorativa subordinata; dal titolare di impresa artigiana o commerciale per i coadiuvanti; dal titolare del nucleo coltivatore diretto, colono e mezzadro in favore dei familiari coadiuvanti; dagli iscritti alla gestione separata che non siano titolari all’obbligo contributivo. La domanda può essere presentata alla sede Inps territorialmente competente per residenza, allegando la documentazione richiesta o dove previsto in via diretta al sito internet dell’Istituto. Possono richiederlo i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria; gli iscritti ad una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi; gli iscritti alla gestione separata dei lavoratori parasubordinati; gli iscritti ai fondi speciali gestiti dall’Inps. La facoltà di riscatto è concessa anche ai superstiti del lavoratore o del pensionato deceduto.

I costi

Il riscatto dei contributi INPS anche nel 2021 ha un onere di riscatto che tiene conto dell’arco temporale entro il quale cade il periodo da riscattare per l’applicazione del calcolo. L’onere di riscatto dei contributi per gli iscritti alle gestioni INPS viene calcolato con:

  • il sistema della riserva matematica retributiva per i periodi fino al 31 dicembre 1995, o fino al 31 dicembre 2011 per chi ha 18 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995 (il 1° gennaio 1996 è la data spartiacque del passaggio da calcolo retributivo a contributivo della pensione);
  • il sistema della riserva matematica contributiva per chi ha almeno 18 anni di contributi versati prima del 12 luglio 1997;
  • il sistema percentuale o contributivo per i periodi dal 1° gennaio 1996, o dal 1° gennaio 2012 per chi ha 18 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1995.
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