Cartelle esattoriali, altra boccata d’ossigeno: il Parlamento ha concesso una proroga di 5 mesi per la Riscossione

Il Parlamento ha prorogato il tempo per pagare le cartelle esattoriali. Adesso chi è in debito con il Fisco avrà 5 mesi in più per respirare.

In data 1 settembre 2021 il Parlamento ha approvato la risoluzione della Riscossione che chiedeva 150 giorni in più. Chi ha problemi di debiti con il Fisco può quindi godere di quasi 5 mesi in più per respirare. La risoluzione può prevedere anche un secondo punto: rimettere in termini chi decaduto dalle rate di rottamazione ter e saldo e stralcio delle cartelle. La richiesta partita dal Parlamento dovrebbe arrivare presto al Governo, che plausibilmente accorcerà il tempo da 150 a 120 giorni, ma questo significa comunque ridurre la pressione che è stata messa in questi mesi sugli italiani a causa dello stop delle azioni del fisco durante la pandemia.

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La risoluzione potrebbe confluire nel decreto Fiscale che sarà probabilmente approvata nei prossimi giorni, oppure direttamente nella Legge di Bilancio 2022. Nel documento sono vari gli impegniche il Parlamento chiede al Governo. Oltre a più tempo per pagare le cartelle esattoriali, il Parlamento chiede anche:

  • La fusione graduale dell’Agenzia delle Entrate con la Riscossione;
  • La riduzione delle sanzioni in caso di violazioni per errori formali;
  • L’allungamento dei termini per il pagamento della pace fiscale;
  • La sospensione per 18 mesi delle scadenze del 2021, così come è stato fatto per tutti gli altri debitori della Riscossione;
  • La riforma dell’inesigibilità dei ruoli, in modo da ridurre il magazzino della Riscossione.

In merito all’ultimo punto, è già in discussione da diverso tempo all’interno del Consiglio dei Ministi, la possibilità di una rottamazione quater, ora più concreta che mai. In alternativa si parla di un cambio di parametri della rottamazione ter, per riuscire a ridurre con il minimo danno possibile le 999 miliardi di cartelle esattoriali che ad oggi intasano gli archivi della Riscossione e rendono difficile e dispendioso il lavoro del Fisco.

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Tra le richieste fatte al Governo c’è anche l’impegno a non far decadere subito i contribuenti che non pagano le rate. Nonostante le richieste del Parlamento, difficilmente si arriverà a prevedere un avviso preventivo sotto forma di intimazione con la concessione di 60 giorni in più di tempo per pagare le rate di rottamazione o saldo e stralcio e quindi evitare di decadere dai benefici.

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