Reddito di Cittadinanza, l’assegno si riduce se rifiuti il lavoro: per il popolo del divano l’incubo diventa realtà

La misura del Reddito di cittadinanza pronta a subire alcune modifiche, così come ribadito dal premier Mario Draghi. 

Cambiamenti in arrivo per il Reddito di cittadinanza. Le ipotesi al momento sul tavolo sono diverse, in attesa che entro mercoledì il Documento programmatico di Bilancio sarà inviato a Bruxelles. Si pensa, prima di tutto, ad una separazione del sussidio anti-povertà dall’incentivo al ricollocamento dei lavoratori, riprendendo il vecchio reddito di inclusione del governo Gentiloni. I due terzi dell’Rdc è destinato proprio alle fasce più indigenti della società, mentre il terzo restante che è dedicato alle politiche attive. In primo luogo, scrive Il Giornale, “dovrebbe essere previsto un décalage, cioè una progressiva diminuzione nel corso della sua vigenza se il percettore non si industria per trovarsi un’occupazione”. Successivamente, alla luce anche degli ultimi fatti di cronaca, si pensa ad un collegamento più deciso con il mondo del lavoro stesso.

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Il ministro dello Sviluppo Giorgetti, invece, ha ipotizzato la trasformazione in “lavoro di cittadinanza”, per venire incontro alle richieste delle aziende che lamentano di non trovare manodopera in quanto i lavoratori preferiscono percepire il sussidio invece di lavorare spesso a prezzi bassi e a condizioni poco convenienti.

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Si pensa a rafforzare i centri per l’impiego oltre che a una riforma degli ammortizzatori sociali, ancora bloccata tra ministero del Lavoro e ministero dell’Economia. L’assegno di disoccupazione universale potrebbe diventare infine un’alternativa al reddito per instradare i disoccupati verso una formazione che consenta loro di reinserirsi nel mondo del lavoro, così da escludere dalla platea del reddito coloro che hanno perso l’occupazione e sono sussidiati. Si pensa anche a rafforzare un sistema dei controlli per evitare i “furbetti del reddito”.

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