Badanti: senza Green Pass devono rimanere senza stipendio, vitto e alloggio, dice il Governo

Per colf e badanti, sul green pass, valgono le stesse regole in vigore nei luoghi di lavoro. Ma restano dei nodi al riguardo.

Il Green Pass è obbligatorio per tutti, anche per le badanti. A ribadire il concetto è l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. “In Italia le famiglie che hanno un domestico convivente rappresentano circa il 25% del totale, parliamo di un numero rilevante di circa 500mila lavoratori dei 2 milioni che prestano servizio con o senza contratto. Ieri finalmente il governo ha chiarito un aspetto molto importante che riguarda proprio questa categoria, mettendo nero su bianco che chi non ha il Green pass non può restare in casa”, ha detto all’Adnkronos Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico.

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Il datore di lavoro, dunque, ha l’obbligo di controllare il Green pass: se il domestico non lo possiede dovrà risultare fin dal primo giorno assente ingiustificato e questo comporta la sospensione dello stipendio. Inoltre, essendo il vitto e l’alloggio parte della retribuzione anche queste dovranno essere sospese. Un punto su cui il governo, rispondendo alle Faq, è stato molto chiaro. “Da sempre auspichiamo che i lavoratori siano vaccinati e questa è per noi la soluzione migliore, tant’è che nel caso di una badante che risulti positiva al Covid seppur vaccinata, la quarantena dovrà essere trascorsa nell’abitazione, anche qualora si tratti di quella del datore che, presumibilmente, essendo contatto stretto, dovrà anche lui essere sottoposto ad isolamento”, continua Zini.

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Un problema non risolto

Tra le moltissime incongruenze del Green Pass, c’è quella dei lavoratori vaccinati all’estero, con vaccini non approvati in Italia. Sarebbero infatti 100mila quei lavoratori che nei mesi passati hanno fatto ritorno nelle loro case, all’estero, ricevendo il Sinovac o lo Sputknik, vaccini non validi nel nostro Paese. La maggior parte di questi è rientrato in Asia, in Sud America o in Africa ma, rientrati e non essendo vaccini approvati dagli enti regolatori europei, non hanno diritto al Green Pass e, di conseguenza, si trovano bloccati. Rientrano anche decine di migliaia di colf, badanti e lavoratori del settore agricolo o dell’edilizia: una platea di persone che va da 100 o 150mila persone, a cui non spetta il certificato verde. Tra le diverse soluzioni a cui si starebbe pensando in questi giorni, c’è quella di usare Pfizer o Moderna a sei mesi dalla vaccinazione con Sputnik o o Sinovac. Eppure, ad oggi, manca una linea netta eppure il ritorno a lavoro appare sempre più vicino.

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