Bonifico ai propri familiari, fai attenzione all’importo: dal primo gennaio devi rendere conto al Fisco

Effettuare un bonifico a favore dei propri figli è un’operazione più che legittima che, tuttavia, può facilmente attirare l’occhio del Fisco. 

L’occhio del Fisco è sempre molto attento ai nostri movimenti finanziari. Alcuni movimenti sono più sospetti di altri e attirano maggiormente i controlli. Ad esempio prelievi, versamenti e bonifici. Il Fisco in generale presta attenzione ai movimenti di grandi flussi di capitali, soprattutto ai soldi che entrano in Italia e al trasferimento di denaro all’estero. Tuttavia, non c’è bisogno di grandi movimenti per incappare in sanzioni. Spesso e volentieri basta pochissimo per subire una sanzione fiscale, come un piccolo versamento non giustificato. In generale, possiamo dire che il Fisco controlla e osserva tutti i conti correnti, senza prestare molta attenzione alla categoria a cui appartiene il contribuente e soffermandosi, invece, sui depositi bancari che generano sospetti.

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Anche effettuare un bonifico a favore dei propri figli può comportare in alcuni casi l’attivazione del sistema di verifica da parte dell’Agenzia delle entrate. Secondo il sito contocorrenteonline.it , è preferibile il pagamento in contanti quando si tratta di trasferire piccole somme di denaro. Se invece la donazione a beneficio di un figlio supera il limite di 2mila euro, fissato fino al 31 dicembre 2021,è meglio procedere con pagamenti tracciabili, così da non incorrere nella violazione della norma sul riciclaggio. Il limite, dal primo gennaio 2022, sarà ridotto a mille euro.

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L’occhio del Fisco 

Infatti, l’Agenzia potrebbe ipotizzare che un contribuente che svolge un’attività professionale ed incassa del denaro in nero potrebbe decidere di smistare il denaro inviandolo sul conto del proprio figlio. E’ sempre bene indicare la causale e tenere traccia di ogni movimento dimostrando la provenienza del denaro. Qualora la causale sia invece assente, invece, si presume che si tratti in ogni caso di una donazione. A tal proposito è bene tenere a mente che ogni bonifico ricevuto sul proprio conto, a meno che non si dimostri il contrario, viene sempre a costituire un reddito imponibile. La donazione non comporta tassazione ma, se si supera il milione di euro viene applicata un’aliquota del 4% per la parte della donazione eccedente la franchigia.

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Tutti i nostri movimenti, oltre ad essere costantemente monitorati dal Fisco, sono accessibili alle Agenzia delle entrate. Alcuni casi frequenti sono, ad esempio, movimenti di denaro effettuati con frequenza. Non di rado, il Fisco esegue dei controlli incrociati sui redditi prodotti dal contribuente e su quelli collegati dei parenti. Proprio ai familiari, tra le altre cose, sono spesso riconducibili intestazioni di beni immobili e mobili e trasferimenti di denaro. Il Fisco avvia controlli nel caso di movimenti sul conto corrente riconducibili a reddito non dichiarato, partendo dal presupposto che il tenore di vita del contribuente non corrisponda ai redditi dichiarati. Per quanto riguarda i bonifici, i controlli scattano in genere nel caso di bonifico accreditato inaspettatamente.

E’ possibile dichiarare le somme di denaro percepite inaspettatamente al Fisco e giustificare a mezzo di prova la provenienza del denaro esente, non tassabile. Altrimenti, in assenza di prova, il Fisco sanziona la somma di denaro ricevuta. Non bisogna dichiarare invece i rimborsi spese, le trasferte, i risarcimenti dovuti per danno morale, le donazioni. In generale, tutti i movimenti di denaro sul conto corrente possono essere contestati dal Fisco. Attenzione, quindi, a cosa circola sui nostri conti!

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