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Fine della tregua, perché potresti perdere il lavoro prima dell’Epifania

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Chiara Feleppa

Buone notizie per la cassa integrazione. Fino al 31 dicembre, i datori di lavoro potranno utilizzare ancora la cassa Covid, senza contributi addizionali

“È al vaglio, in questo momento, l’opportunità di intervenire con un’integrazione degli interventi emergenziali per le imprese che hanno terminato le settimane autorizzabili nel mese di ottobre 2021. A tale fine, il Ministero del Lavoro ha proposto una norma ad hoc che, auspicabilmente, dovrebbe trovare ingresso nel decreto fiscale di prossima emanazione. Si propone con questo di rifinanziare fino al 31 dicembre ulteriori 13 settimane di Cassa integrazione con causale COVID, senza contributo addizionale, anche al fine di gestire l’uscita graduale dal blocco dei licenziamenti, sulla scorta di quanto fatto a fine giugno, quando è terminato (tranne che per il settore tessile-moda), il blocco degli atti di recesso nei settori dell’industria e costruzioni”. Così, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, aveva annunciato a metà ottobre, durante il question time alla Camera dei Deputati, la proroga della Cig Covid anticipando il Decreto Fiscale

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Ebbene, detto fatto. Possono tirare un sospiro di sollievo i lavoratori del settore terziario, artigianato, piccole imprese e tre comparti industriali: tessile, abbigliamento e pelletteria. Infatti, il Decreto Fiscale 2022 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 ottobre, ha disposto la proroga della Cassa integrazione Covid fino al 31 dicembre 2021. Si ha così possibilità di usufruire ancora del blocco dei licenziamenti in tutte le aziende che richiedono la Cig, dopo aver utilizzato tutte le settimane a loro disposizione. Fino al 31 dicembre, i datori di lavoro potranno utilizzare ancora la cassa Covid, senza contributi addizionali, per un massimo di 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio e artigiani, per un massimo di 9 settimane nei comparti tessile-abbigliamento-pelletteria.

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Utilizzando l’ammortizzatore sociale le aziende non potranno licenziare (a meno di accordi collettivi con i sindacati, o nei casi di cessazione dell’attività e fallimento). Nella Legge di Bilancio 2022 trova anche posto la riforma degli ammortizzatori sociali, inserita nel Decreto Fiscale, su proposta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. “In assenza di una proroga di ammortizzatori emergenziali, sussiste un’alta probabilità che, nei settori citati, tra i quali certamente è compreso quello della mensa aziendale, molti dei lavoratori, attualmente beneficiari del sostegno al reddito, in costanza di rapporto, possano essere oggetto di licenziamento per motivi economici”, evidenziava Orlando.

Proprio la modifica della cassa integrazione che aumenta nell’importo in busta paga dal 2022 rientra nella riforma degli ammortizzatori sociali che trova ampio spazio in Manovra e che riguarda non solo quelli in costanza di rapporto di lavoro, ma anche quelli per la perdita involontaria dello stesso come Naspi e DIS-COLL. Il meccanismo di décalage che riduce del 3% ogni mese l’importo della Naspi dal quarto di fruizione viene modificato e posticipato al sesto.

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