Superbonus e altri bonus edilizi, il problema è serio: arrivano i controlli dell’Agenzia delle Entrate

Dopo l’allarme frode lanciato dall’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi, il Consiglio dei ministri lavora sui controlli alla cessione dei crediti

Atteso oggi, 10 novembre 2021, in Consiglio dei Ministri il decreto sui controlli preventivi sulla cessione dei crediti, dopo l’allarme frode dato nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate. Dopo un anno dalla piena operatività della piattaforma per la cessione dei crediti e degli sconti in fattura dei bonus edilizi, l’Agenzia ha scovato 800 milioni di crediti inesistenti. Sulla piattaforma, riporta Il Sole 24 ore, si sono messi in moto scambi per circa 19,3 miliardi di euro, di cui 6,5 miliardi per cessioni e sconti in fattura legati agli interventi del 110% e i restanti 12,7 miliardi per tutti gli altri sconti edilizi. Per avere un quadro complessivo occorre attendere le dichiarazioni dei redditi relative al 2020, i cui termini scadranno il prossimo 30 novembre.

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Al 30 settembre scorso, sono state circa 2 milioni e mezzo le operazioni comunicate all’Agenzia, per un controvalore di oltre 19 miliardi: un terzo, 6 miliardi e mezzo, è riferito al Superbonus 110% (ecobonus e sismabonus). Sono state insomma intercettate numerose cessioni di crediti inesistenti, soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati. “In altri casi ancora, abbiamo rilevato la cessione di crediti inesistenti riferiti a lavori fittiziamente realizzati addirittura in favore di persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite”, riferisce il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini.

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Alla luce di questo, i tecnici del Ministero dell’Economia stanno lavorando a delle norme che incrocino i dati delle fatture con quelli dei flussi bancari degli operatori. A preoccuparsi dell’allarme frode sono i costruttori stessi, come ha spiegato Gabriele Buia, presidente dell’ANCE, durante il convegno del 9 novembre sulla riforma fiscale. Secondo i dati richiamati da Buia, si sono iscritte seimila imprese alle Camere di Commercio con i codici ATECO dei costruttori, il che farebbe pensare piuttosto all’opportunità di avvantaggiarsi degli incentivi rispetto che alla qualità dei lavori. Un modo per contrastare questo fenomeno sarebbe quello di stabilire dei prezzari di riferimento per tutti i bonus edilizi, così come accade per il superbonus 110%.

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