Cartelle esattoriali, non è finita: si va verso la proroga

Non è ancora finita l’agonia della rottamazione ter. Molte forze politiche richiedono un’ulteriore proroga a fine anno dopo i continui rinnvii fino al 30 novembre di quest’anno.

Dopo i continui rinvii del pagamento delle date della rottamazione ter e della pace fiscale per colpa dell’emergenza sanitaria, continuano a mancare fondi per una nuova proroga delle notifiche delle cartelle esattoriali. Nonostante questo e nonostante il 30 novembre scadano i termini per il pagamento delle rate della rottamazione ter (4 per il 2021, 2 per il 2020 e 2 del Saldo e Stralcio), molte forte politiche spingono per un’ulteriore proroga a fine anno. Di questo passo l’avvicinamento a una rottamazione quater è sempre più concreto, manca solo il provvedimento del governo. I piani dei parlamentari che stanno richiedendo la proroga sono due: rimandare le rate di novembre di un mese, quindi alla fine dell’anno, oppure redistribuire il debito in 4 rate ogni tre mesi, con la prima da pagare entro fine anno per un totale del 30% del debito, mentre il restante sarebbe da suddividere l’anno prossimo.

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A far pressione sul governo per questa proroga sono un gruppo misto di parlamentari in cui confluiscono Lega, PD e Forza Italia. La proroga dovrebbe consentire ai cittadini indebitati con il Fisco di avere più tempo per pagare, visto che le conseguenze della pandemia sono ancora lontane dall’essere pienamente superate, ma la manovra costerebbe allo Stato una cifra estremamente alta, che sfora il budget pensato per la Legge di Bilancio 2022 di circa 500 milioni di euro. Alla posizione della proroga della rottamazione ter si affianca la possibilità sempre più concreta di una rottamazione quater per le cartelle che scadono dopo quelle comprese nella rottamazione ter non prorogata, quindi oltre al 30 novembre 2021.

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La proposta della rottamazione quater è caldeggiata in particolare dal Movimento 5 Stelle, che la vede come una mossa ottima per dare ancora respiro ai contributenti, continuamente vessati dalla pressione fiscale già abbastanza alta per un paese che si sta ancora riprendendo dalla crisi della pandemia.

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