Pensioni, addio solidarietà: chi ha molto non sosterrà più le pensioni minime

Cancellato in anticipo in contributo di solidarietà per le pensioni di alto importo. Chi percepisce pensioni di questi importi può festeggiare.

Ci saluta in anticipo rispetto ai piani il contributo di solidarietà. Il contributo sulle pensioni d’oro che sosteneva il pagamento delle pensioni minime era previsto venisse ritirato il 31 dicembre 2023, ma una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito un anticipo nella rimozione del contributo con 2 anni di anticipo, al 1 gennaio 2022. Questo significa che tra i percettori delle pensioni di importo superiore a 100.000 euro lordi all’anno si può festeggiare la dipartita di una decurtazione ingente sulla pensione, mentre tutti gli altri guardano dal basso con disappunto. La sentenza era arrivata già nel 2020 per ridurre il tempo di applicazione della legge che prevedeva la rimozione del contributo di solidarietà da 5 a 3 anni dall’emanazione della stessa.

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Il cambiamento nei termini è dovuto al fatto che la Corte Costituzionale ha ritenuto legittimo il prelievo sulle pensioni d’oro solo per un trienni. Nella fattispecie, secondo la Corte Costituzionale, va bene il prelievo per tra anni, ma non per un quinquennio, in quanto il bilancio di previsione dello Stato Italiano è fissato su un orizzonte triennale. La stessa sentenza della Corte Costituzionale ha rincarato la dose pronunciandosi anche sul raffreddamento della perequazione delle pensioni d’oro con un importo elevato. Il raffreddamento della perequazione su tali pensioni è stato ritenuto del tutto legittimo e quindi applicabile anche al 2022.

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Il congelamento della perequazione significa quindi una perequazione ridotta su queste pensioni, e quindi un importo maggiore della pensione stessa visto che resta confermata la rivalutazione piena per le pensioni con importo oltre 3 volte il minimo. Festeggiamenti che si sommano a festeggiamenti. La sentenza della Corte Costituzionale è stato solo l’ultimo puntino su un discorso già aperto da molteplici tribunali di varie regioni italiane. Il primo a sollevare la questione del contributo di solidarietà e del raffreddamente delle perequazioni è stato il Tribunale di Milano, a cui si sono aggiunti poi le sezioni giurisdizionali di Friuli – Venezia Giulia, Lazio, Toscana e Sardegna.

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