Prestare la propria auto, cosa si rischia davvero

Può accadere di prestare la propria auto a un familiare, a un parente o a un amico. Tuttavia ci sono delle cose da sapere per evitare dei rischi.

Prestare la propria auto, cosa si rischia davvero

Tra familiari o conviventi è comune che l’automobile intestata a una persona, viene utilizzata da un’altra. A volte prestare l’auto è un “favore” che si fa anche per un amico. Però, ci sono alcune cose da sapere, perché il proprietario ha dei rischi, in caso di incidente, oltre a delle incombenze previste dalla legge.

Per prima cosa, se il possesso in “comodato” è per un periodo più lungo di trenta giorni, c’è l’obbligo di annotazione sulla carta di circolazione. Per periodi inferiori, invece, poiché si tratta di un comodato, non è necessario firmare alcun documento tra le parti.

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Prestare la propria auto: in caso di incidente

Il proprietario resta in ogni caso responsabile per gli incidenti. Poiché un’automobile deve sempre essere assicurata, sarà l’assicurazione a pagare eventuali danni. Il titolare del mezzo però subirà un aumento della classe di merito.

Nel caso in cui l’utilizzatore della macchina altrui sia stato vittima di un incidente causato dalla responsabilità di un altro automobilista, sarà l’assicurazione del proprietario della macchina (quella avuta in prestito) a risarcire entrambi: il proprietario per i danni al veicolo, il conducente per le eventuali lesioni fisiche. 

Per quanto riguarda invece le possibili conseguenze penali di un incidente, le responsabilità penali per i danni fisici procurati a terzi sono sempre e solo del conducente e mai del proprietario del mezzo. Questo è dovuto al fatto che secondo il nostro ordinamento, la responsabilità penale è sempre personale, cioè di chi ha commesso il reato.

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Cosa succede in caso di multe

Prestare la propria auto, cosa si rischia davvero

La multa viene spedita all’indirizzo di residenza del proprietario del veicolo, anche nel caso in cui non sia questo ad aver commesso l’infrazione contestata. Sarà il titolare del mezzo a dover indicare entro il sessantesimo giorno dalla notifica il nome della persona che era alla guida del veicolo in quel determinato momento.

La decurtazione dei punti della patente è prevista per il conducente del veicolo. Il pagamento della contravvenzione, invece, spetta tanto al conducente quanto al “responsabile in solido”, ovvero il titolare del veicolo. Nel caso in cui il trasgressore si rifiutasse di pagare, il pagamento della multa spetterà al proprietario.

Nel caso in cui, invece, l’infrazione è stata commessa da un minorenne la responsabilità è esclusivamente dei genitori, a meno che questi non dimostrino di non aver potuto impedire il fatto. Per quanto riguarda gli eredi del trasgressore, invece, va sottolineato che le multe del de cuius non si trasmettono per successione.

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