Tasse, ecco chi le sta pagando per tutti

L’evasione delle tasse è un fenomeno ormai diffuso. Ma c’è chi paga di più, chi paga per tutti e chi, invece, non paga per niente

Un interessante articolo di Milena Gabanelli, su Il Corriere della Sera, sembra riportare alla luce la questione della capacità contributiva. Cos’è? E’ un principio sancito dall’art.53 della Costituzione, che la intende come una manifestazione di forza economica. Nel nostro sistema i principali indici di capacità contributiva sono reddito, consumi, patrimonio ed attività giuridica. Potrebbe capitare, dunque, che qualcuno non paghi le tasse in base alla propria capacità contributiva, in quanto convinto che lo Stato sia un ladro. Ciò nonostante, l’evasore fiscale che non paga le tasse beneficia di servizi come la Sanità, l’assistenza sociale e l’istruzione senza aver contribuito a pagarli.

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In base ai documenti presentati al Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro dal Centro studi “Itinerari previdenziali” di Alberto Brambilla relativi alla dichiarazione dei redditi del 2019 e riportati da Il Corriere, è possibile vedere chi oggi non paga le tasse per i servizi che, nonostante tutto, continuiamo a ricevere. Partiamo dalla sanità, che costa 115,45 miliardi l’anno e 1.930 euro a testa. L’area della assistenza sociale, compresi gli assegni per invalidità e reddito di cittadinanza, vale 14,24 miliardi, 1.910 euro pro capite. L’istruzione ne vale 62 di miliardi, dunque 1.036,5 euro pro capite. A pagare le tasse sono invece quasi 42 milioni di contribuenti che si fanno carico anche dei servizi destinati a chi non paga.

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In base alle dichiarazioni, è possibile dedurre che i contribuenti che dichiarano meno di 20 mila euro costano allo Stato 166,4 miliardi , per una differenza di 151,7 miliardi che toccano a chi dichiara redditi superiori. In sostanza, chi guadagna di più si fa carico dei costi dei servizi essenziali per i cittadini con redditi molto bassi e anche i lavoratori in nero. Un altro dato evidenziato da Il Corriere è che 36 milioni di contribuenti non riescono a coprire con l’Irpef i servizi essenziali di cui beneficiano.

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