IMU non pagata alla scadenza, come rimediare con le rate

Il 16 dicembre era prevista la scadenza per il pagamento dell’IMU. Tutti coloro che non si sono messi in pari con il pagamento della tassa possono ancora cavarsela con la rateizzazione senza aumentare le spese.

Sono previsti dei modi per uscire da una situazione incresciosa come quella di non essere in pari per il pagamento dell’IMU. La tassa sulla casa è una di quelle con cui tutti si trovano ad avere a che fare. In Italia la pagano 25 milioni di persone, per un intronito statale di circa 10 miliardi di euro l’anno. Il pagamento dell’IMU è obbligatorio, ma nel caso non siate riusciti a pagare entro la scadenza del 16 dicembre, è ancora possibile richiedere la rateizzazione dell’imposta al Comune e cavarsela senza che vengano apposti ulteriori interessi di mora.

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La richiesta di rateizzazione dell’imposta IMU deve essere rivolta al Comune, in quanto, secondo la direttiva della Legge di Bilancio 2020, è proprio il Comune a decidere il piano di rateizzazione del pagamento di debiti superiori a 6.001 euro, in una formula di rateizzazione che preveda una durata massima non inferiore a 36 rate mensili. Il Comune può accogliere la richiesta del contribuente nel caso in cui questo non sia stato in grado di pagare in tempo l’IMU per causa di una situazione temporanea e dimostrabile Qualora il richiedente riuscisse a dimostrare quale fosse questo impedimento temporaneo, il Comune procederà alla decisione del piano di rateizzazione di quanto dovuto per l’IMU.

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Si tratta dell’imposta sugli immobili, un vero dramma che arriva due volte l’anno, a giugno e a novembre e da cui non c’è scampo. A parte la prima casa, nel caso in cui corrisponda anche alla residenza, su tutte le altre proprietà grava questo balzello che va pagato, pena forti multe e addirittura il rischio pignoramento. Tutto questo ovviamente è amplificato dall’ampio uso che gli italiani fanno della proprietà immobiliare: rispetto ad altri europei abbiamo una percentuale di proprietà più alta. Va ricordato che la Tasi è stata abolita nel 2020, ma che i suo gravami continuano ad arrivare anche ad oggi, almeno per chi non l’ha pagata. Infatti si può ricorrere ad un procedimento da pare del Comune e dell’Agenzia delle Entrate. Il problema è capire quando questi debiti con l’erario non sono più esigibili. La risposta arriva da una sentenza della Corte di Cassazione, che finalmente ha chiarito i tempi di esigibilità di un ente locale, il Comune, sul mancato pagamento delle tasse sulla casa.

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