Affitto non pagato, così puoi ricevere fino ad 8000 euro

I problemi economici portati dalla pandemia prima e dalla guerra dopo hanno portato molte famiglie a non poter pagare neanche il canone d’affitto. Lo Stato prevede un contributo fino a 8.000 euro per questi casi.

Il periodo di forte difficoltà economica lo stanno subendo in particolar modo le persone che vivono in affitto.

L’aumento del presso delle bollette, a braccetto con l’aumento dell’inflazione e di conseguenza delle spese per la vita quotidiana, ha fatto lievitare i canoni d’affitto, e con la situazione del mercato del lavoro ancora precaria, le famiglie fanno fatica a continuare a pagare. Per queste situazioni lo Stato ha predisposto il contributo affitto 2022, uno dei tanti benefici economici per le famiglie messe a disposizione in questo periodo di difficoltà economica.

Anche conosciuto con in nome di “contributo di integrazione al canone di locazione“, il contributo affitto 2022 è un bonus messo a disposizione degli inquilini vittime di morosità incolpevole. Ovvero sia, quelli che non riescono a pagare il canone d’affitto per motivazioni esterne. Un contributo che va quindi ad affiancarsi al già esistente bonus affitto. Il contributo è finanziato grazie al fondo della Legge di Stabilità e distribuito tramite i Comuni, ma solo a coloro che hanno un valido e comprovato motivo per essere dichiarati inquilini vittime di morosità incolpevole. Le cause gravi che danno diritto a richiedere il contributo affitto 2022 sono:

  • licenziamento;
  • riduzione dell’orario di lavoro;
  • messa in cassa integrazione;
  • contratto a tempo determinato non rinnovato;
  • cessazione dell’attività lavorativa per cause indipendenti dalla propria volontà;
  • infortunio o decesso di un qualsiasi componente familiare concorrente al reddito del nucleo.

Se il nucleo familiare, quindi, si trova in condizioni di non poter pagare l’affitto per motivi esterni alla propria volontà, può accedere al contributo. Questo viene erogato entro un valore massimo di 8.000 euro a seconda del tipo di condizione in qui versa l’inquilino moroso. Nello specifico:

  • Rinuncia allo sfratto: se il proprietario dell’immobile locato rinuncia alla procedura di sfratto, il fondo morosità incolpevole eroga un contributo affitto pari alla moralità pregressa, ma solo fino a un massimo di 8.000 euro.
  • Proroga dello sfratto: se il proprietario dell’immobile locato decide di continuare a seguire la procedura di sfratto, il fondo paga l’equivalente dei mesi interessati dal differimento. Vale a dire dal momento della proroga, ma con comunque un minimo di 6+3 mesi di morosità pregressa.
  • Nuovo contratto: se l’inquilino stipula un nuovo contratto di locazione per un’abitazione diversa da quella per cui ha ricevuto lo sfratto, il contributo dello Stato corrisponderà ad un trimestre di affitto del nuovo immobile.
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