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Fisco senza tregua, cosa controlleranno ancora di te

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Riccardo Magliano

La ricerca di sempre nuove soluzioni che possano fungere da deterrente all’evasione fiscale porterà una novità: la Guardia di Finanza potrà accedere ai dati del conto corrente. Ecco che cosa implica questa svolta per i cittadini.

Nuovi elementi a favore della Guardia di Finanza per quella che è l’atavica lotta all’evasione fiscale. Una vera e propria stretta quella che le autorità hanno in mente di realizzare intorno agli evasori fiscali. Ecco di che cosa si tratta e come funzionerà il nuovo protocollo.

Il decreto del MEF, analizzato del Garante della Privacy, quando andrà in vigore permetterà alla Guardia di Finanza di accedere ai dati finanziari dei vari cittadini contribuenti. La banca dati delle Entrate potrebbe dunque accedere alle informazioni dei conti correnti, dei conti depositi, ai fini della lotta all’evasione tramite un meccanismo fondato su nuovi algoritmi. Nel decreto la Guardia di finanza e l’Agenzia tratteranno in modo esclusivo i dati personali indispensabili e in modo da non invadere la privacy, ma solo ai fini utili per centrare la finalità di guerra all’evasione, ovvero sia nella misura in cui sarà necessario valutare e analizzare i dati per incrociarli con movimenti considerati sospetti.

In particolare, l’inserimento dei dati privati dei cittadini e dei loro conti nei files della Guardia di Finanza dovrebbe riguardare in modo esclusivo dunque solo tutte le misure necessarie per escludere i dati personali inesatti o non aggiornati o per contrastare irregolarità e brogli. Saranno utilizzati modelli in grado di ridurre o azzerare i rischi di ingerenze nei riguardi dei contribuenti che non presentano un rischio fiscale significativo. Quello della riduzione dell’evasione fiscale è del resto uno degli obiettivi cruciali anche indicato dai vincoli del Recovery plan. Nel novero del Pnrr il governo Draghi si è preso infatti l’impegno con la Commissione Ue a far scendere del 15%, entro la fine del 2026 e rispetto ai dati del 2019, la  tendenza all’evasione.

In sostanza la differenza tra il gettito che l’erario potrebbe ottenere in un mondo di contribuenti onesti e quello effettivo dovrebbe poter risentire, in modo positivo, dall’inserimento di questo nuovo protocollo nei sistemi già in atto relativi alla lotta all’evasione. La speranza è quella di arrivare a ‘dama’ attraverso questi nuovi sistemi: ovvero, utilizzare i dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per scovare i contribuenti che possiedono o spendono troppo rispetto a quanto hanno dichiarato. Questo protocollo, rischioso secondo alcuni in termini di riservatezza e libertà operativa, sembra poter, per altri, aprire nuovi scenari quanto a controlli più serrati.

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