Assegno unico figli da luglio: come funziona e chi ne ha diritto

Via libera da luglio per l’assegno unico figli 2021. Ecco cosa prevede la misura, quali sono i requisiti e come ottenerlo. 

Via libera da luglio per l’assegno unico figli 2021. La norma ponte è riservata alle famiglie con figli fino a 21 anni di età e l’importo dipende dal numero di figli e all’Isee. Fino a dicembre 2021, l’assegno unico sarà riservato a disoccupati e lavoratori autonomi. Da gennaio, la platea dei fruitori verrà ampliata. L’importo del contributo è legato al valore dell’Isee del nucleo familiare. Per i lavoratori dipendenti che già percepiscono l’incentivo il valore è di 37,50 euro al mese per ogni figlio per le famiglie con uno o due figli e di 70 euro al mese per ogni figlio per le famiglie con tre o più figli.

Leggi anche: Smart working, in arrivo un bonus da 516 euro: cos’è, a chi spetta e come funziona

Per quanto riguarda le altre categorie – cioè lavoratori autonomi, percettori del reddito di cittadinanza, soggetti inattivi e lavoratori dipendenti che non avevano diritto agli assegni per motivi di reddito – queste avranno diritto ad un assegno-ponte, erogato fino alla fine del 2021 a chi ha un Isee fino a 50mila euro. Per un Isee fino a 7mila euro spettano 167,5 euro al mese per il primo e per il secondo figlio, per un totale di 335 euro; il 30% in più per ogni figlio dopo il terzo, per un totale di 653 euro al mese. Inoltre, spettano 50 euro al mese per ciascun figlio minore con disabilità.

Leggi anche: Sostegni, il bonus 1600 euro è incompatibile con il Reddito di cittadinanza?

Per isee di 15mila euro, l’assegno unico scende a 83,5 euro per ogni figlio. Per chi ha un Isee attorno ai 40mila euro, 30 euro al mese per ogni figlio. La prestazione si azzera arrivati a quota 50mila. L’assegno unico universale quindi arriverà nel 2022 e concentrerà in un’unica soluzione i vari aiuti già esistenti per le famiglie. Le vecchie misure a sostegno delle famiglie con figli verranno assorbite dall’assegno unico a partire dal prossimo anno.

Cosa prevede

L’assegno unico è un contributo mensile o un credito d’imposta, che verrà versato alle famiglie con figli da 0 a 21 anni di età. Nel caso in cui i figli abbiano un’età superiore ai 21 anni, questo contributo verrà versato direttamente agli stessi ragazzi. Come scritto prima, l’importo previsto ammonta fino a 250 euro per ciascun figlio a carico, con una maggiore agevolazione per i figli con disabilità. Inoltre è prevista una maggiorazione di questo assegno a partire dal secondo figlio, con un aumento che oscilla tra il 30% e il 50% nel caso in cui siano presenti figli disabili. L’assegno unico è previsto per tutte le famiglie, comprese quelle che prevedono la presenza di incapienti, lavoratori autonomi e possessori di Partita Iva. Fino a questo momento, le agevolazioni non erano previste per queste famiglie, visto che i precedenti sostegni erano rappresentati da legami con contratti di lavoro (nel caso dei lavoratori dipendenti) o con detrazioni (nel caso di livelli di reddito inferiori alla no tax area).

Leggi anche: Sostegni, in arrivo bonus una tantum 1600 euro: cos’è e a chi è rivolto

Le stime

In base alla stima pocanzi considerata, l’80% delle famiglie italiane verrebbe a percepire 161 euro per ogni figlio minore a carico e 97 euro per i figli con un’età tra i 18 e i 21 anni. Questo calcolo è legato al fatto che proprio questa fetta di nuclei familiari in Italia presenta un parametro Isee pari o inferiore a 30mila euro annui. Ma le cose peggiorano se questo parametro aumenta: secondo la stessa stima, infatti, una famiglia con un Isee di 52mila euro annui percepirebbe 67 euro per ciascun figlio minore e appena 40 per figli tra i 18 e i 21 anni di età. Questo genere di calcolo fornisce un evidente vantaggio per le famiglie gestite da lavoratori autonomi e incapienti, in quanto attualmente sarebbero escluse dagli assegni in vigore. Ne trarrebbero uno svantaggio, invece, le famiglie con lavoratori dipendenti: circa un milione e 350mila nuclei familiari perderebbero in media 381 euro all’anno. Motivo per cui sarebbe necessario uno stanziamento di circa 800 milioni di euro per tamponare questo genere di disparità.

I parametri

I parametri del sussidio:
• l’assegno viene riconosciuto a tutti i lavoratori in possesso di cittadinanza italiana, che siano essi titolari di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o determinato, autonomi, o possessori di partita Iva;
• l’assegno spetta anche ai genitori single che hanno comunque dei figli a carico
Per quanto riguarda i cittadini nativi in Paesi dell’Unione Europea o fuori dall’Unione Europea, questi sono i requisiti per ottenere l’assegno unico:
• avere il permesso di soggiorno (per soggiornanti di lungo periodo o per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale)
• versare l’Irpef in Italia; vivere con i figli a carico nel nostro Paese
• essere stato o essere residente in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale.

Impostazioni privacy