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40 mila persone rischiano di perdere il posto. Verifica se rischi davvero, in base al lavoro che fai

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Riccardo Magliano

Pesantemente danneggiato dalla pandemia e relative restrizioni, il settore turistico italiano è tutt’ora in forte crisi. Circa 40.000 lavoratori rischiano il licenziamento.

La pandemia ha mandato completamente in crisi il settore turistico italiano, crisi i cui strascichi si continuano a sentire ancora oggi. Con il lockdown e in generale la crisi pandemica, il primo ambito che ha risentito delle restrizioni governative e della paura delle persone di uscire di casa è stato proprio quello dei viaggi, con molte aziende costrette a chiudere per la mancanza di lavoro e di guadagni. Gli aiuti messi in campo dal Governo per rimediare a questo fatto hanno aiutato alcuni a rimettersi in sensto, ma il colpo subito dal settore nel suo insieme è stato troppo forte. Adesso si calcola che cira 40.000 lavoratori del settore turistico rischino di perdere il lavoro per colpa della situazione corrente.

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Il 2020 si rivela un anno tragico anche dai numeri. Le imprese legate al settore turistico hanno perso molti guadagni, che nel loro totale si assestano sui 10 miliardi di euro in meno rispetto all’anno prima della pandemia. A questo si sono aggiunti 400.000 operatori del turismo che fino ad oggi hanno perso il lavoro, con la situazione che tenderà ad aggravarsi. Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato, ha detto come anche una crescita del 186% nel mese di agosto 2021 rispetto allo stesso mese dell’anno prima non sarebbe stato in grado di risollevare il settore, che nel complesso ha perso di più dello scorso anno. Con le imprese costrette a mandare a casa i lavoratori o a rischio chiusura, la preoccupazione è la mancata decisione da parte del Governo sul prolungamento delle 28 settimane previste per il sostegno ai lavoratori.

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Due sembrano le strade percorribili per evitare il licenziamento di così tanti dipendenti di un solo settore. Non si tratta di trucchi o magie, ma solo il riallineamento agli altri paesi dell’Unione Europea. Pier Ezheya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi dice che le da una parte bisognerebbe permettere di nuovo i viaggi turistici e non solo quelli consentiti per lavoro e contemporaneamente aiutare le imprese del settore turistico, che ovviamente non riusciranno a ripartire a pieno regime dall’oggi al domani. Ezheya afferma inoltre come sia necessario prolungare la cassa integrazione per tutto il primo trimestre del 2022.

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