Reddito di Cittadinanza, una buona notizia per gli stranieri: avranno più assegni

Il reddito di cittadinanza è stato nuovamente oggetto di dibattito nel corso di un incontro avvenuto a palazzo Chigi 

Un giro di boa sul Reddito di cittadinanza per evitare che il meccanismo diventi un’escamotage per non lavorare o un meccanismo per favorire truffe o evasioni. Il Governo Draghi aveva già annunciato una stretta al riguardo ma la manovra punta del Movimento 5 stelle continua ad essere oggetto di discussione al Governo. Se n’è parlato in un incontro avvenuto tra Mario Draghi, Andrea Orlando, Stefano Patuanelli, Renato Brunetta nel corso del quale si è cercato di fare il punto sui pro e sui contro della misura.

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Il parere del Cts 

Secondo il Comitato tecnico scientifico, il Reddito penalizzerebbe molte famiglie numerose, povere e con minori che risultano escluse dalla misura, oppure, nel caso in cui ricevano l’assegno, ottengono un contributo economico non adeguato alle loro necessità. Insomma, le famiglie con minori e/o numerose rispetto a quelle di piccole dimensioni e di soli adulti non traggono beneficio secondo l’analisi della scala di equivalenza, strumento utile a determinare la soglia di accesso al Rd, il cui coefficiente è infatti 0,4 per gli adulti e 0,2 per i minorenni. Per questo, il Cts propone di attribuire a chiunque, indipendentemente dalla fascia di età, il coefficiente 0,4.

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“Vi è un tetto massimo di 2,1, indipendentemente dalla numerosità famigliare. Lo svantaggio riguarda sia la possibilità di ricevere la misura sia l’ammontare del trasferimento monetario percepito”, avrebbe proposto il Cts, riferisce Il Giornale. Sarebbe stato richiesto di innalzare tetto massimo fino a 2,8 e 2,9 in presenza di persona con disabilità e di valutare il fatto che il contributo debba decadere per un’intero nucleo familiare a causa del fatto che uno dei suoi componenti non soddisfi gli obblighi legati alla percezione del sussidio.

Le altre proposte

 

Altra proposta riguarda il contributo affitto, che potrebbe essere ridotto per le famiglie composte da una sola persona ed ampliato progressivamente per quelle più numerose. Potrebbe essere rivisto anche l’obbligo di spendere l’intero ammontare dell’assegno entro una data prestabilita o avere vincoli sull’utilizzo di tali fondi sono delle norme da abbattere. “L’obbligo di spendere l’intero importo del RdC entro il mese successivo alla sua erogazione impedisce alle famiglie di risparmiare, anche a scopo precauzionale, in vista di spese future”, fa notare il Cts secondo cui i vincoli all’utilizzo della carta limiterebbero di fatto la libertà delle persone, ledendo il loro status di cittadini adulti e responsabili.

La dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare potrebbe essere richiesta esclusivamente dopo l’indirizzamento ai Cpi e ai servizi sociali e solo a coloro che sono indirizzati ai primi. Infine, una proposta per gli extracomunitari: il periodo di residenza in Italia necessario per ricevere il Reddito di Cittadinanza potrebbe essere portato a 5 anni. “Introdurre un requisito di durata minima di residenza è ragionevole. Ma imporre un intero decennio di attesa come soglia minima significa lasciare senza aiuto famiglie e individui, inclusi minorenni, in condizioni di grave disagio, con il rischio che la loro situazione peggiori in modo irreversibile laddove un aiuto più tempestivo potrebbe prevenire l’avvio di traiettorie verso l’esclusione sociale, quando non la devianza”, si legge in conclusione.

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