Sul green pass, il certificato obbligatorio per accedere ai luoghi al chiuso e ai luoghi di lavoro, rimangono molti dubbi
Arrivano i chiarimenti del Ministro Luciana Lamorgese sul Green pass, il certificato vaccinale obbligatorio in luoghi al chiuso come bar, ristoranti, cinema, palestre e nei luoghi di lavoro. “La regola è che il Green pass venga richiesto senza il documento di identità. Non si può pensare che i controlli li facciano le forze di polizia perché questo sarebbe distogliere dal loro compito prioritario che è garantire la sicurezza mentre non escludo qualche controllo a campione da parte della polizia amministrativa“, ha spiegato la Ministra. Insomma, devono essere i titolari o i gestori dei servizi e delle attività autorizzati a verificare che l’accesso a questi servizi e attività avvenga nel rispetto delle prescrizioni.
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Una precisazione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo a Fipe-Confcommercio. “Apprezziamo le parole del ministro Lamorgese sul fatto che, come la federazione sostiene da settimane, non spetti ai gestori dei locali controllare i documenti di identità dei clienti, perché questo andrebbe oltre i loro doveri, ma è necessario fare un passo in più”, ha detto Roberto Calugi, Direttore generale della Federazione italiana dei Pubblici esercizi in una nota. In sostanza, gli imprenditori dei pubblici esercizi non possono e non devono chiedere i documenti dei clienti. “Un sollievo per i gestori, che si erano trovati calati nell’improprio compito di agenti di pubblica sicurezza. Adesso si eliminino anche le sanzioni per le imprese. L’obbligo di Green Pass rimane una misura restrittiva non indolore per il comparto, visto l’effetto negativo che sta avendo sulle vendite in questi primi giorni”, prosegue Calugi.
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In caso di assenza di varchi presidiabili, verranno effettuati controlli a campione con multe ai soli clienti trovati sprovvisti di certificato vaccinale. “L’auspicio è che il governo continui a recepire e risolvere le criticità sull’obbligo di Green Pass che emergono man mano, con il fine ultimo di avere uno strumento efficace ma meno oneroso per le imprese. Va fatta chiarezza in maniera ufficiale, attraverso una circolare” o modificando direttamente la norma in vigore. Ma è indispensabile agire subito”, prosegue Confcommercio.
